È stato identificato dalla Polizia di Stato il 40enne di Legnago che, nella notte tra il 5 e il 6 marzo poco dopo le 2, dopo essere stato ad una festa nel veronese, in evidente stato di agitazione psicomotoria, è stato accompagnato presso l’ospedale di Borgo Roma da un’ambulanza ed una pattuglia dei Carabinieri.
Entrato al Pronto Soccorso, l’uomo, visibilmente alterato, ha rifiutato l’esame delle urine per verificare l’abuso di droghe e, dopo aver aggredito verbalmente una professionista sanitaria, si è scagliato improvvisamente contro il personale medico-sanitario causando una frattura e contusioni multiple e la Guardia Particolare Giurata in servizio, inveendo nei loro confronti prima verbalmente e poi fisicamente.
In quel frangente, il personale ospedaliero ha chiamato il 113 raccontando quanto stesse accadendo: i fatti che erano stati segnalati alla Sala Operativa della Questura sono stati poi effettivamente riscontrato dagli agenti delle Volanti intervenuti sul posto: l’uomo, in stato di forte agitazione, era steso su un lettino, ed urlava contro gli infermieri. Il 40enne, quindi, è stato subito identificato dai poliziotti che si sono prodigati per riportarlo alla calma e affinché rimanesse in ospedale per eventuali ulteriori accertamenti.
“È inaccettabile una violenza tanto inaudita”, ha dichiarato il dottor Antonio Maccagnani, direttore del Pronto soccorso di Borgo Roma. “Il paziente era appena arrivato e subito si è scagliato contro i sanitari. Chi presta servizio nel turno di notte non può farlo con la preoccupazione per la propria incolumità. L’Azienda sta mettendo in campo da tempo le misure di sicurezza, ma evidentemente non bastano mai. Quello di stanotte è stato un episodio grave che finora non si era mai verificato per questo abbiamo sporto immediata denuncia. Questo episodio dimostra quanto le professioni sanitarie siano in prima linea, soprattutto nel Pronto soccorso. Il mio pensiero va ai colleghi che hanno vissuto questa esperienza e ai quali abbiamo prestato immediato soccorso, è inaccettabile che nello svolgimento del proprio compito rivolto agli altri si diventi bersaglio”. L’Azienda Ospedaliera di Verona non sottovaluta il tema della sicurezza dei suoi dipendenti, non solo attraverso gli investimenti ma anche con la formazione e il sostegno a chi denuncia. Da tempo sono attive diverse misure di sicurezza, come le postazioni di Polizia, la vigilanza armata presente in forma stabile in PS nelle ore serali e notturne e la Ronda dinamica che sorveglia le aree ospedaliere. Oltre alla videosorveglianza già presente, recentemente è stata deliberata l’installazione di nuove telecamere all’interno dei tre Pronto soccorso: Borgo Trento, Borgo Roma e Ostetrico-Pediatrico. “Episodi come questi contribuiscono ad alimentare la preoccupazione soprattutto della nostra categoria, visto che gli infermieri sono fra il personale sanitario i primi ad essere presi di mira”, aggiunge la dottoressa Cristina Ferrari, dirigente delle Professioni sanitarie. “Noi sosteniamo il nostro personale a fare segnalazioni affinché la questione delle aggressioni abbia risalto e l’utenza, sia pazienti che familiari, capisca che chi sta in prima linea per aiutare agisce nel loro interesse e non contro di loro. Le aggressioni non portano a nulla, producono solo l’effetto di ulteriore problema anche organizzativo”. Agli operatori del pronto soccorso è arrivata la solidarietà del presidente Luca Zaia, “Non possiamo più assistere inermi a fatti come questo – ha detto -. Serve mettere mano alla legge, prevedendo reati specifici e condanne severe per chi aggredisce i sanitari. È un appello che rivolgo alla comunità istituzionale del Paese”. La posizione del legnaghese è al vaglio dell’autorità giudiziaria.