In cartellone quarantotto spettacoli per un’altra imperdibile edizione che chiamerà come sempre al Teatro Nuovo tantissimi appassionati di teatro. Dal 7 novembre al 17 marzo ritorna la rassegna Grande Teatro, appuntamento che si rinnova da più di trent’anni organizzato dal Comune di Verona in collaborazione col Teatro Stabile di Verona.
Il sipario si aprirà per la prima volta martedì 7 novembre alle 20.45, con “Il caso Kaufmann”, di Giovanni Grasso con interpreti Franco Branciaroli, Graziano Piazza, Viola Graziosi, Franca Penone, Piergiorgio Fasolo, Alessandro Albertin e Andrea Bonella. Lo spettacolo si avvale della regia di Piero Maccarinelli ed è prodotto dal Centro Teatrale Bresciano, dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, dal Teatro Stabile di Verona e da Il Parioli. Dopo la “prima” di martedì, “Il caso Kaufmann” replica da mercoledì a sabato alle 20.45 e domenica 12 alle 16. Uno spettacolo molto atteso e che a Roma, in scena al Parioli dal 24 al 29 ottobre, ha avuto tra il pubblico il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e altri componenti del governo tra cui il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi.
La storia. 1941, Monaco di Baviera, carcere di Stadelheim, cella di massima sicurezza: sono le ultime ore di Leo Kaufmann, condannato a morte per aver commesso il reato di “inquinamento razziale”. Nonostante si sia sempre dichiarato innocente, la Corte di Norimberga ha infatti stabilito l’esistenza di una relazione di carattere sessuale tra l’anziano ebreo e la poco più che ventenne “ariana” Irene Seidel. È la vigilia dell’esecuzione e Kaufmann chiede di poter vedere il cappellano. Non per una conversione in punto di morte, ma per far recapitare a Irene un ultimo messaggio… Davanti al prete cattolico, nelle ultime e angoscianti ore prima della fine, Kaufmann ripercorrerà la sua drammatica vicenda, sconvolgente scontro tra odio e ingiustizia. Ispirato a una storia vera, quella di Leo Katzenberger e di Irene Seidel, “Il caso Kaufmann” è la trasposizione teatrale dell’omonimo romanzo di Giovanni Grasso del 2019 che ha ricevuto molti riconoscimenti tra cui il premio Cortina d’Ampezzo per la narrativa italiana e il premio Capalbio per il romanzo storico.
“Nel saggio “Come si diventa nazisti” William Sheridan Allen sostiene che il primo sintomo – dice Piero Maccarinelli – è l’indifferenza, o meglio, il non voler vedere piccoli torti subiti da altri. “Il caso Kaufmann” prende in esame una singola vita e una singola morte. Ci troviamo di fronte all’orrore delle leggi razziali, ma non ancora di fronte al male assoluto della Shoah. Kaufmann è un commerciante ebreo che riceve l’incarico da un amico ariano di occuparsi della sua giovane figlia a Norimberga. Da questo atto di generosità prende inizio il suo calvario. Quello che mi affascina del testo di Giovanni Grasso è proprio l’iniziale indifferenza e poi la demenziale insensatezza della costruzione di indizi contro di lui da parte della sua piccola comunità di quartiere. Tutto si svolge infatti in un quartiere di una città di provincia, Norimberga. I due processi contro Kaufmann testimoniano come le parole possano assumere valori diversi a seconda dell’uso e della contestualizzazione che ne viene fatta.
Testimone esterno di tutte le narrazioni è un prete cattolico a cui Kaufmann vorrà ricostruire la sua oggettiva verità. Ma sul plot principale si inseriscono, interagendo, anche dati personali, sentimenti che si confondono fra una posizione paterna e un desiderio inevitabile della bella Irene’’.