L’espressione “essere una pietra miliare” deriva dal modo in cui, ai tempi degli antichi romani, venivano chiamati i cippi che, posti ai margini dei percorsi, scandivano le distanze e garantivano un orientamento lungo il tragitto. Erano veri e propri punti di riferimento e guide per chi si muoveva sulle strade pubbliche. Di uso assai frequente nella lingua italiana, la formula viene oggi utilizzata per indicare persone che nei più diversi campi e nelle più diverse discipline si sono distinte nel tempo e hanno lasciato un vero e proprio segno indelebile.
È proprio la scomparsa di una di una di esse, Akira Toriyama, che ha scosso milioni di appassionati in tutto in mondo: già milioni, perché se a qualcuno il nome, lì per lì, non avesse comunicato granché, menzionarlo come il “papà” di Dragon Ball, a quelle stesse persone, spalancherà immediatamente un mondo di ricordi e riferimenti all’interno delle proprie esistenze. La notizia della sua morte, avvenuta il 1 Marzo, è arrivata solo qualche giorno dopo direttamente dall’entourage dell’autore e dal personale amministrativo del suo mitico laboratorio creativo, il Bird Studio.
Da quella, cioè, che, fra gli anni Ottanta e i Duemila, è stata una vera e propria fucina di idee e da cui sono scaturite alcune delle avventure più divertenti e appassionanti del mondo dei manga, ovvero il fumetto secondo l’interpretazione, la visione e lo stile del mondo giapponese. È lì che, quello che poi è diventato il Maestro, in veste di giovane autore ha dato vita ad epopee leggendarie e a caratteri straordinari, amati tanto in oriente quanto in occidente e in grado di fare scuola presso tutte le generazioni successive di “cantastorie”. Influenzato, tanto dalla lunga tradizione degli autori del Sol Levante (su tutti ricordiamo Osamu Tezuka con il suo Astro Boy), quanto dal lavoro oltreoceano di un altro riferimento assoluto, Walt Disney, Toriyama coniugò miti e leggende della cultura sino-nipponica con le componenti che avevano portato alla ribalta il Giappone dopo il secondo conflitto mondiale, ovvero macchine e tecnologia.
. È così che Goku, con la sua nuvoletta e le sue onde energetiche, ha insegnato un po’ a tutti noi ad essere generosi, ad aiutare il prossimo, a non essere controllati dal potere e dal denaro. Con la convinzione che ogni difficoltà incontrata sul nostro cammino non è che una sfida, un punto di partenza per essere migliori.
Goku, per inciso, è l’eroe del sopracitato Dragon Ball e viene veramente difficile sintetizzare in poche righe ciò che questa narrazione ha rappresentato per persone di ogni genere ed età. Oltre ad essere il primo fumetto pubblicato da Star Comics, in Italia, nel 1996 nel formato originale, ovvero con una lettura che procede da destra verso sinistra, è, e rimane a tutt’oggi, uno degli anime (con le splendide sigle d’apertura cantate da Giorgio Vanni) più seguiti e apprezzati di sempre.
In chiusura, un doveroso accenno va fatto all’altra grande saga dell’artista, ovvero Dr. Slump.
Per questo è doveroso dire: Grazie Maestro Toriyama e buon viaggio. Hai raggiunto lo stadio definitivo da Super Sayan e ora sei pronto per l’ultimo, il più difficile e il più misterioso dei viaggi.
Matteo Quaglia