La Guardia di Finanza nell’ambito di un’operazione diretta dalla Procura della Repubblica di Padova, hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale, per un importo complessivo di un milione di euro circa, di beni e disponibilità finanziarie nei confronti di cinque indagati, per un’ indebita percezione di erogazioni pubbliche.
Dalla fine del 2020, gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Padova hanno svolto indagini sul conto di due società, con sede a Nocera Superiore (SA) e Limbiate (MB), che avevano dichiarato, durante il periodo del lockdown, di aver aperto delle unità locali nel padovano a Correzzola, Verona e Bologna. Contestualmente, tali imprese avevano richiesto e ottenuto ingenti finanziamenti da diversi istituti di credito, assistiti dalla garanzia dello Stato concessa a sostegno delle piccole e medie imprese.
Il modus operandi escogitato dagli indagati, di cui quattro uomini di origine italiana e una donna rumena, prevedeva l’acquisizione di società non più operative, formalmente intestate a prestanome, attraverso le quali venivano avanzate richieste di finanziamento di ingente valore alle filiali di primari istituti di credito.
Tra gli indagati figura anche un consulente aziendale. L’inchiesta ha consentito di scoprire che i cinque indagati avrebbero creato ad hoc falsa documentazione contabile, gonfiato i bilanci delle società, predisposto documentazione relativa ad asseriti investimenti e progetti da realizzare, dichiarato di avere diversi uffici e, parallelamente alla richiesta di finanziamento alle banche, richiesta la garanzia dello Stato concessa da apposito Fondo a sostegno delle piccole e medie imprese, amministrato da Mediocredito Centrale per conto del Ministero dello Sviluppo Economico e alimentato anche con l’apporto di fondi europei.
La finalità del Fondo di Garanzia è quella di favorire l’accesso alle fonti finanziarie delle piccole e medie imprese per investire nell’attività aziendale, mediante la concessione di una garanzia pubblica che si affianca e, spesso, si sostituisce alle garanzie reali fornite in proprio dalle imprese.
Gli indagati, al fine di evitare eventuali accertamenti, oltre a trasferire continuamente le sedi legali delle società, aprivano conti correnti presso filiali di diversi istituti di credito, site in Candiana (PD), Villafranca e Chioggia.
Il denaro indebitamente ottenuto con le condotte delittuose sopra descritte veniva immediatamente bonificato a favore di società di comodo, con sedi dichiarate in Milano, Rodigo (MN), Padova, Piove di Sacco (PD), Rosolina (RO) e Nocera Superiore (SA), per poi essere dirottato verso conti correnti rumeni, riconducibili, anche per interposta persona, agli stessi indagati.
Al termine delle attività d’indagine, le persone coinvolte sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Padova.
Sulla base delle ipotesi investigative delineate, il G.i.p. del Tribunale di Padova, accogliendo la richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica, ha emesso un apposito provvedimento cautelare reale, finalizzato a sottoporre a sequestro beni e disponibilità finanziarie per un importo complessivo di un milione di euro circa.