Sull’aggregazione tra Agsm, Aim Vicenza e il colosso lombardo A2A è necessario riaprire il confronto. Dopo le perplessità emerse durante il consiglio di amministrazione della multiutility scaligera, Apindustria Confimi Verona ritorna sulla questione.
«Tutta la battaglia attorno alle scelte (veramente obbligate?) di Agsm verso un’alleanza con A2A, sebbene il mondo economico e politico non appaia così convinto, non sembra forzata? Quantomeno non è sufficientemente trasparente e la discussione attuale lo ribadisce», evidenzia il presidente dell’Associazione delle piccole e medie imprese, Renato Della Bella. Apindustria, prosegue, «ha già preso posizione, invitando la politica a cambiare metodo e, proprio nel caso di Agsm e aeroporto Catullo, riconoscendo certamente il diritto/dovere di decidere. Però dopo aver fatto sintesi dei pareri espressi dalla collettività a tutela della cittadinanza, delle forze economiche e dei lavoratori». Le modalità del coinvolgimento e della condivisione devono essere gli strumenti da usare per permettere alla politica di far sintesi degli interessi di Verona, ragionando a vantaggio dei veronesi. «È quanto sta accadendo nell’occasione drammatica della pandemia da Covid-19: il sistema scaligero è riuscito a reagire in modo compatto condividendo scelte, protocolli e comportamenti da adottare dopo aver ascoltato le esigenze e le criticità delle parti», evidenzia Della Bella. «Il modello della pianificazione è vincente e ha dato i suoi frutti – incalza –. Perché non riproporlo per ripensare la Verona del futuro? Si riapra quindi un confronto vero attorno allo sviluppo della città, anche perché ne avremo davvero tutti bisogno. Quando si parla di sviluppo, tutto rientra in gioco per una programmazione produttiva del territorio: le infrastrutture necessarie; le scelte d’indirizzo che evitino, se possibile, di far diventare Verona soltanto una grande opportunità logistica; la viabilità e i supporti tecnologici».
Questo modo di agire, certo non declinato per le recenti decisioni riguardanti fusioni bancarie/finanziarie o ruolo strategico dell’aeroporto, non è una novità. «Basta pensare allo sviluppo della città di qualche anno fa, quando ai politici spettavano decisioni dettate da un dibattito profondo nella società veronese. Il confronto coinvolgeva maggioranza e opposizione, e le parti politiche a livello locale, regionale e nazionale». Se un modello è vincente, è opportuno riproporlo in situazioni che coinvolgano l’intera società, sfruttando le capacità migliori e riunendo per un comune obiettivo le forze sociali, industriali, produttive e tecnico-scientifiche in scelte che poi devono essere adottate dalla politica, ma nella massima trasparenza e condivisione.