Nel terremoto che scuote Agsm-Aim l’amministratore delegato Stefano Quaglino non ci sta a fare il di capro espiatorio o la vittima sacrificale.E passa al contrattacco con una relazione di una trentina di pagine inviata a tutto i consiglieri di amministrazione nella quale ricostruisce tutti i passaggi e le date della controversa vicenda dell’acquisto, poi stoppato, del 35% della società milanese Compago. Il tutto per dimostrare che il cda è sempre stato al corrente di ogni iniziativa e ha sempre votato all’unanimità tutti i vari passaggi, dando quindi piena copertura alla condotta dell’ad in merito al dossier Compago.
Su questa vicenda, a seguito dell’esposto del collegio sindacale di Agsm Aim guidato dal vicentino Gaetano Terrin al Tribunale delle Imprese di Venezia è partita una indagine penale della Guardia di Finanza per conto della magistratura con ipotesi di reato come false comunicazioni sociali e impedito controllo societario. Risulta finora un solo indagato nel vertice del Gruppo Agsm-Aim ma a tutt’oggi non risultano richieste di atti nella sede di lungadige Galtarossa.
Era stato proprio Quaglino a confezionare l’acquisto del 35% di Compago attraverso Agsm-Aim Energia, azienda del gruppo Agsm-Aim: il valore era stato stimato in 67 milioni, per cui l’acquisizione avrebbe comportato l’esborso di una ventina di milioni. L’obiettivo dei vertici di Agsm-Aim era quello di acquisire così altri 160 mila clienti e arrivare al traguardo del milione di utenti previsto dal piano industriale.
Dopo aver approvato l’operazione, dal fronte vicentino del cda partirono le prime contestazioni e l’affare venne bloccato perché l’esborso veniva giudicato troppo elevato. Il Comune di Verona, socio di maggioranza di Agsm-Aim, nel frattempo aveva cambiato guida e il sindaco Damiano Tommasi volle vederci chiaro. Si aprì così lo scontro con il presidente Stefano casali che revocò sia lui che la consigliera Francesca Vanzo per non aver dato piene informazioni al Comune e mancanza del rapporto fiduciario e li sostituì con Federico Testa e Angela Broglia.
Proprio il presidente Testa, come riportato ieri da La Cronaca di Verona, ha convocato l’assemblea dei soci, cioè il Comune di Verona e il Comune di Vicenza, chiedendo ai sindaci di intervenire per porre fine a questo clima di tensioni, scontri, accuse e veleni che impediscono alla società di concentrarsi sugli obiettivi strategici di potenziamento e possibili acquisizioni, a costo anche dice Testa di rimettere a disposizione il mandato di presidente.
Ora l’accelerazione dell’inchiesta giudiziaria.
Ma Quaglino ribatte punto su punto alla relazione del consigliere vicentino Sebastiano che gli imputa una serie di accuse tra le quelle di “aver negoziato con la controparte la struttura dell’operazione e le clausole contrattuali senza avvalersi del supporto di professionisti qualificat e di non aver adeguatamente riportato al Consiglio di Amministrazione”.
Accuse infondate secondo Quaglino: “Ogni necessaria valutazione aziendalistica è stata svolta da un team interno di persone altamente qualificate. Quanto ai testi dei contratti, io non ho mai negoziato nulla, perché il compito è stato affidato all’Avv. Arcari, in coordinamento con l’Avv. Ambrosi; infondata è anche la contestazione, atteso che il coinvolgimento del Consiglio di amministrazione nell’operazione Compago è avvenuto conformemente alla prassi amministrativa della società”.
E qui sono interessanti le date e i fatti ricostruiti dall’ad Quaglino. Perché la vicenda parte dal febbraio 2022 ed è nota a tutti.
“Il Cda autorizzò l’investimento”. Quaglino ripercorre i verbali del consiglio per dimostrare di aver avuto copertura
Quaglino ricorda che “nel C.d.A. del 15 febbraio 2022 ho informato gli altri amministratori che si sta avviando una negoziazione con prospettiva di esclusiva con una società commerciale che ha in portafoglio circa 150 mila clienti”; •nel C.d.A. del 15 marzo 2022 ho informato gli altri amministratori che «a seguito di presentazione di offerta non vincolante anche per conto della controllata AGSM AIM ENERGIA S.p.A., AGSM AIM è stata invitata a procedere con la “fase due” nel progetto per l’acquisizione di società commerciale che ha un portafoglio di circa 150 mila clienti. Si avvierà, dunque, l’attività di due diligence”, precisando che “all’esito delle attività di due diligence, si capirà – per ogni iniziativa [cioè per l’operazione Compago e per il portafoglio fotovoltaico di MP Solar B.V.] – se sussistono, o meno i presupposti per presentare offerta vincolante; in caso affermativo l’operazione sarà presentata al Consiglio di Amministrazione per la necessaria condivisione ed approvazione”.
Fatta questa premessa, l’amministratore delegato prosegue ricordando di aver risposto a varie richieste di approfondimento arrivategli dal vicepresidente vicentino fino a un nuovo consiglio di amministrazione, il 20 luglio 2022 durato un’ora e mezza, “dedicato esclusivamente all’operazione Compago e al termine della quale sono stati verbalizzati i seguenti passaggi: Conclusa la discussione, il Presidente propone di verificare se c’è una condivisione generale della bontà dell’operazione. Il Consiglio di Amministrazione, all’unanimità, esprime condivisione sulla bontà dell’operazione.
Il presidente Casali “propone di concludere gli approfondimenti in questi giorni, in modo da poter decidere nella prossima seduta del Consiglio e invita i Consiglieri a inviare al Consigliere Delegato una mail con le osservazioni, mettendo per conoscenza anche il Collegiosindacale’. Quaglino sottolinea che “da parte dei Consiglieri non è arrivata al sottoscritto alcuna ulteriore richiesta di chiarimenti ed approfondimenti”.
Si arriva così al 29 luglio 2022 quando si tiene la quarta riunione del Consiglio di Amministrazione dedicata al dossier Compago e il verbale recita: “Così conclusa la negoziazione – prosegue il Consigliere Delegato – nei prossimi giorni procederà alla finalizzazione dei testi dei contratti (sia lo SPA che il Patto con i signori Pozzi e Corno) e, una volta definiti gli ultimi dettagli non sostanziali, esprimerà indirizzo in sede assembleare alla società controllata AGSM AIM Energia S.p.A., con indicazione degli elementi dell’operazione, compresi il valore economico e le pattuizioni contrattuali, e autorizzazione dell’investimento”.
Nel mirino c’è il 35% di 67 milioni. L’investimento sarebbe stato di una ventina di milioni. Valutazioni ancora in corso
Dal verbale pare proprio che ci fosse pieno accordo sull’operazione: “Terminata l’esposizione, il Vice Presidente, dott. Gianfranco Vivian, chiesta la parola, propone che il Consiglio di Amministrazione prenda atto della presentazione del Consigliere Delegato; l’operazione rientra, infatti, nel Piano Industriale e, conseguentemente, tra le facoltà del Consigliere Delegato di dare attuazione e di approvare. Il Presidente, avv. Stefano Casali, ringrazia, a nome di tutti, il Consigliere Delegato per aver recepito le osservazioni e i suggerimenti espressi dal Consiglio di Amministrazione e dal Collegio Sindacale; propone, quindi, di procedere come già espresso dal Vice Presidente”.
Il Consigliere Fabio Sebastiano, che poi presenterà la relazione contro Quaglino “chiesta la parola, si dichiara d’accordo sulla presa d’atto della presentazione del Consigliere Delegato; il Consiglio di Amministrazione, infatti, non può che prendere atto di una determinazione legittimamente assunta dal Consigliere Delegato nell’esercizio dei poteri delegati. Ringrazia il Consigliere Delegato per aver superato gli aspetti che sono stati evidenziati nel corso delle ultime sedute”. Questo il testo del verbale ricostruito nella sua controrelazione da Quaglino.
Pertanto, conclude il verbale, “Il Consiglio di Amministrazione, unanimemente conferma l’interesse del Gruppo AGSM AIM per l’operazione in quanto è di rilevanza strategica e risponde agli obiettivi di crescita e sviluppo previsti del Piano Industriale 2021-2024”.
Insomma, l’amministratore delegato conclude la relazione confermando che “la firma del contratto di compravendita di fine agosto 2022 da parte di AGSM AIM Energia è giunta al termine di un processo di due diligence durato diversi mesi, con il pieno coinvolgimento della struttura interna di AGSM AIM S.p.A. a partire da inizio anno, ma anche della struttura di AGSM AIM Energia nel corso di almeno i due mesi antecedenti la firma del contratto. Come evidenziato in precedenza, nel corso della due diligence, oltre all’analisi dei documenti, sono state svolte diverse sessioni di approfondimento con il management, anche (se non soprattutto) di analisi critica rispetto al business plan oggetto di valutazione”.
Resta da aggiungere che tuttora la valutazione di Compago è oggetto di un incarico all’advisor Intermonte con il quale il presidente Testa e il vicepresidente Vivian stanno dialogando e hanno chiesto anche ulteriori approfondimenti: da qui si dovrebbe comprendere se la valutazione di 67 milioni per Compago era eccessiva o no.
Da qui l’invito del presidente Testa a mettere da parte “rivalse e acrimonie personali che sono oggi oggettivamente di ostacolo al lavoro che tutti insieme dobbiamo fare per le nostre comunità. Agsm Aim -ha proseguito Testa nel suo intervento a consiglieri e soci- ha certamente la possibilità di giocare un ruolo significativo nel mondo delle utilities italiane, anche aprendosi a collaborazioni con imprese dei territori vicini, che devono puntare a dare più qualità dei servizi ai cittadini e ad accrescere il il valore dei patrimoni delle collettività proprietarie. Abbiamo bisogno di concentrarci su questo, altrimenti se il clima rimane quello della guerra fredda temo che Agsm Aim non sarà in grado di affrontare adeguatamente le sfide che ha davanti”.