Nel silenzio più totale si muovono le pedine della Spa del Comune. Sul suo futuro è bene che i nostri amministratori ci pensino sulle scelte da farsi, non una, ma tre volte, forse anche quattro. Sulla fusione con la sorella Aim di Vicenza siamo quasi tutti d’accordo, ma su quanto c’è da fare dopo e sulle future strategie è meglio andarci con i piedi di piombo. La settimana prossima tornerà a riunirsi il cda dell’azienda in lungadige Galtarossa. Dovranno esaminare le proposte dell’advisor Roland Berger, nettamente favorevole all’accordo con i milanesi di A2A. Sul da farsi, come e in che modo, questo secondo matrimonio, è assai utile riflettere, nonostante una serie di soluzioni e di scatole cinesi proposte. Il problema è che c’è un gran silenzio omertoso sul futuro di Agsm. Un silenzio colpevole che fa pensare assai male. E’ inaccettabile che i consiglieri del cda sappiano poco o niente e che i consiglieri comunali non vengano informati delle scelte che verranno effettuate e che incideranno sul futuro del Comune di Verona per i prossimi decenni. E’ utile ricordare a tutti che l’Agsm è di proprietà dei cittadini di Verona. E non di qualche politico, tantomento di qualche manager di passaggio. Perdere Agsm per Verona è come per un cittadino perdere il proprio portafoglio.