La temperatura intorno ad Agsm, continua a salire. Mentre si attendono i risvolti dell’ipotizzato nuovo Cda, per questa sera (ma si farà, o “salterà” come quello della scorsa settimana?), si registrano vuove prese di posizione che vale la pena registrare, viste le conseguenze politiche che potrebbero avere anche sulla maggioranza che governa Palazzo Barbieri.
“Suona paradossale che il presidente della Camera di Commercio, Riello, oggi parli di spartizione di poltrone e neghi il ruolo che hanno tentato di giocare i poteri forti nell’operazione Agsm e Aim. Proprio lui, che cumula le cariche di presidente della Camera di commercio, presidente di Aerogest, vicepresidente di Unioncamere, vicepresidente di Fondazione Arena e consigliere di amministrazione del Catullo. Occorrerebbe equilibrio, buon senso e decenza”. Così il commissario provinciale della Lega di Verona Nicolò Zavarise e il presidente di Verona Domani Matteo Gasparato, ribadendo che “la posizione che portiamo avanti è da sempre e coerentemente a sostegno della fusione con Aim, che infatti abbiamo sostenuto anche nell’ultimo cda”. Posizione – precisano – che ha consentito di “evitare la svendita di un asset strategico della nostra città a Milano”. Svendita che “invece avrebbe voluto qualche grande gruppo di interesse, gli stessi che oggi, senza vergogna, provano a scaricare sulla politica gravi errori amministrativi che si sono visti negli ultimi mesi”. Lega e Verona Domani, come dimostrato in cda, hanno fermato un’operazione che non sarebbe stata fatta nell’interesse dei veronesi, ma del profitto”. “Siamo favorevoli a percorsi di aggregazione, così come anche il consigliere di minoranza espresso dal Pd. Il fatto che tutti e tre questi consiglieri si siano rifiutati di votare in consiglio dovrebbe dirla sufficientemente chiara sulla natura dell’operazione”, concludono il commissario provinciale della Lega di Verona Nicolò Zavarise e il presidente di Verona Domani Matteo Gasparato.
Anche il Pd ribadisce il no all’operazione, nell’intervento dei consiglieri La Paglia, Benini e Vallani. “Dopo centinaia di migliaia di euro di consulenze (pare addirittura 700 mila), Sboarina e la sua maggioranza sono tornati al punto di partenza: la fusione a due con la sola Aim, un’opzione per noi insufficiente a far fare ad Agsm il salto di qualità richiesto, come del resto avevano certificato gli stessi consulenti. La Lega, che sta dirigendo le danze, punta ad una nuova partnership industriale o ad un nuovo accrocchio politico?”
Schermaglie che testimoniano il clima piuttosto teso checirconda il colosso veronese, mentre il sindaco Sboarina e il presidente di Agsm Finocchiaro restano aggrappati all’idea originaria: fusione con Vicenza ed eventuale aggregazione di un terzo partner, “per garantire ad Agsm un futuro diverso e la possibilità di essere competitivo su un mercato sempre più complicato. L’accordo garantirebbe posti di lavoro in più, bollette meno care, quindi una situazione vantaggiosa per la città. Per questo auspichiamo – Sboarina l’ha detto anche al termine dell’ultimo burrascoso Cda – che anche chi ha cambiato idea, voti ora per il bene di Verona”.
BAULI E RIELLO ”ALZANO LA VOCE”
“In un momento di difficoltà come questo, è necessario superare le questioni politiche e pensare al bene di Verona”, aveva detto Michele Bauli, presidente di Confindustria, dopo il Cda della scorsa settimana. “Facciamo sistema, se vogliamo davvero che Verona compia finalmente un salto di qualità”.
Dello stesso parere, Giuseppe Riello, presidente di Confcommercio. “Qui stanno prevalendo le ragioni della politica, ma non è possibile perdere un’occasione come questa per giochi di poltrone”, il suo duro intervento. “Il percorso ipotizzato da Sboarina e Finocchiaro, è l’unico che può consentire ad Agsm di restare competitiva. Non riesco a capire come questo passaggio sfugga a tanti protagonisti della vicenda”