Meno gas e più energia geotermica, quella che si ricava dal sottosuolo grazie allo scambio di calore dell’acqua. Una tecnologia assolutamente green, sostenibile, non inquinante, che consentirà una volta completati gli impianti, di ridurre l’utilizzo del gas nelle centrali di cogenerazione del teleriscaldamento abbattendo i costi e abbattendo del 40% le emissioni di CO2 nell’aria.
E’ questo l’obiettivo dell’investimento presentato questa mattina dal Gruppo Agsm Aim con il presidente Federico Testa insieme con l’assessore alla Transizione ecologica Tommaso Ferrari. Studiato da oltre un anno, ha preso infatti il via in queste settimane il rogetto che, nei prossimi anni, porterà alla realizzazione di pozzi geotermici in grado di fornire energia termica rinnovabile e pulita ai clienti allacciati alla rete di teleriscaldamento della città scaligera.
L’iter di progetto, avviato a dicembre 2023 con l’approvazione da parte del Consiglio di amministrazione di AGSM AIM del piano industriale ed economico del “Progetto Geotermia”, proseguirà nelle prossime settimane con la costituzione di una società veicolo che dovrà intanto svolgere tutto l’iter burocratico e autorizzativo, dal Genio civile alla provincia fino alla Regione. Entro l’anno si dovrebbe arrivare al progetto esecutivo, i lavori quindi dal 2025.
Attualmente il Gruppo Agsm Aim ha 6 centrali di cogenerazione per il teleriscaldamento alimentate a gas e che servono circa 140 mila cittadini. Il progetto di geotermia interesserà le cinque centrali di cogenerazione di Verona situate a Borgo Trento, Forte Procolo, Golosine, Centro Città e Banchette e, in futuro, anche le centrali di teleriscaldamento di Vicenza.
Ogni centrale verrà integrata, come hanno spiegato i tecnici di Agsm-Aim da due pozzi geotermici con sonde che andranno a 2,5 chilometri di profondità per pescare acqua calda a 80 gradi, pronta da immettere nel teleriscaldamento per ridurre l’utilizzo del gas. L’acqua, una volta utilizzata, tornerà nel sottosuolo.
Il progetto porterà benefici economici ai clienti del teleriscaldamento grazie alla forte riduzione del gas metano che sarà immesso nelle centrali di teleriscaldamento, compensato dalla fonte geotermica.
Dal punto di vista ambientale il ricorso alla fonte geotermica consentirà di risparmiare più del 40% del gas ad oggi consumato, diminuendo così le emissioni di CO2 in atmosfera di circa 30 mila tonnellate. Per l’assessore Ferrari “Si apre un nuovo capitolo in tema di utilizzo di energie rinnovabili, con importanti benefici ambientali e economici grazie alla geotermia che fornisce energia rinnovabile a emissioni zero: riduzione delle emissioni di CO2 e vantaggi economici per aziende e famiglie”.
Vantaggi per imprese, ospedali, famiglie
Per il presidente Federico Testa “abbiamo una grande opportunità grazie a questa importante tecnologia per aiutare cittadini e imprese abbattendo i costi. Pensiamo a aziende come Aia o agli stessi ospedali che sono grandi consumatori di energia: con l’aiuto della geotermia avrebbero grandi risparmi energetici. Ma stiamo anche studiando un sistema per recuperare il calore dalle acciaierie di Verona e di Vicenza, Pittini, Amenduni e Beltrame. Riuscire a trattenere e sfruttare il calore generato nel processo di lavorazione vorrebbe dire immettere meno aria calda nell’atmosfera, con benefici per la città”.
Inoltre, come sottolineato sia da Ferrari che da Testa, Agsm Aim investendo in questa tecnologia sarebbe la prima multituility in Italia a creare valore dal geotermico, conquistando una leadership nella transizione ecologica e nelle rinnovabili, andando oltre il fotovoltaico, l’eolico e l’idroelettrico.
Finora la tecnologia per sfruttare l’energia geotermica a Verona ha solo un esempio, clamoroso e virtuoso: la sede universitaria Santa Marta. Il suo sistema di riscaldamento è completamente affidato alla geotermia, con una serie di sonde nel terreno che sfruttano l’acqua calda del sottosuolo. Una scelta energetica che nel giro di alcuni anni ha consentito enormi risparmi sulle bollette del gas: è stato stimato un risparmio di circa 2 milioni facendo l’equivalenza con l’utilizzo del gas per il riscaldamento.
Ma la tecnologia utilizzata alla Santa Marta è molto diversa da quella sviluppata da Agsm Aim per questo progetto. Al polo universitario sono state installate tante sonde attorno al perimetro dell’edificio a una profondità di circa 100 metri. Si chiama tecnicamente geotermia a bassa entalpia, che va a sfruttare le prime vene d’acqua nel sottosuolo e richiede un alto numero di sonde nel terreno.
Il progetto di Agsm-Aim invece è di geotermia ad alta entalpia, vuol dire che le sonde vanno a pescare a 2,5 chilometri di profondità un’acqua che si trova a 80 gradi centigradi e quindi può essere subito immessa nel circuito del teleriscaldamento. L’efficienza di questo sistema consente di poter fare solo due pozzi per centrale di cogenerazione (un pozzo per la presa d’acqua e l’altro per il suo rilascio).
Quindi in tutto 12 pozzi geotermici: il lavoro più lungo sarà quello burocratico per ottenere le autorizzazioni.