Prima riunione del nuovo consiglio d’amministrazione di AGSM Verona Spa, la holding che controlla il gruppo della multitutility scaligera (oltre 800 milioni di fatturato nel 2018 per mille400 dipendenti complessivi): la prima col nuovo presidente, Daniele Finocchiaro, e i nuovi consiglieri, il riconfermato vicepresidente Mirco Caliari, Maurizio Giletti, Stefania Sartori e Francesca Vanzo. Presente al Cda anche il sindaco Federico Sboarina e il direttore
generale di Palazzo Barbieri , Fabio Gamba. “Con la nomina di un manager di vasta esperienza nel settore privato”, ha sottolineato il sindaco, “riaffermiamo la volontà di lavorare per la crescita della città. Il mandato affidato al nuovo presidente è chiaro: crescere nelle dimensioni; mantenere il legame col territorio e la centralità di Verona; mantenere e possibilmente incrementare l’occupazione nel gruppo Agsm”. “Ho riflettuto a lungo prima di accettare questo incarico – ha ribadito Daniele Finocchiaro – ma credo sia arrivato il momento di restituire alla comunità quanto ho ricevuto. Le indicazioni dell’azionista sono chiare: non è possibile restare immobili in un mercato in continua evoluzione, perché altrimenti rischieremmo l’estinzione, ma nemmeno cedere ad altre realtà il controllo della nostra società. La “testa” di Agsm resterà a Verona, altrimenti non sarei neppure arrivato”. Il Cda ha quindi approvato la partecipazione con un’offerta non vincolante – assieme ad AIM Vicenza e ad A2A – alla gara indetta da AscoPiave Treviso per la cessione delle reti vendita gas ed energia e delle reti di distribuzione. Gara, scaduta
nella giornata di ieri, che vede la partecipazione dei maggiori player nazionali. Neanche il tempo di brindare che da parte di Michele Bertucco capogruppo di Verona e sinistra in Comune, sono arrivate le prime critiche al nuovo – vecchio corso. Esauriti i convenevoli e le foto di rito, mi auguro che il nuovo presidente Agsm Finocchiaro e il resto del consiglio di amministrazione di Agsm (che poi è uguale a quello vecchio) si rendano immediatamente
disponibili a venire in commissione consiliare per confrontarsi sui passi che il gruppo Agsm si accinge a compiere in merito alle ipotesi di aggregazione in essere e le ricadute che inevitabilmente avrebbero sulla occupazione delle società del gruppo. Occorre sottolineare aggiunge che quella con Ascopiave non si configura come una mera alleanza strumentale, bensì un’operazione che porta Agsm e Aim a cedere “sovranità” nel ramo della distribuzione dell’energia elettrica e del gas. L’entrata di A2A ha poi una chiara matrice politica, che è quella della Lega”. Sull’operazione Ascopiave il PD prende atto delle dichiarazioni del sindaco quando dice “Sui progetti di aggregazione non c’è ancora nulla di definitivo”. Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona Elisa La Paglia, Federico Benini, Stefano Vallani, “ Se ci fossero ancora dei dubbi sul ruolo di “buco nero” che A2A sta svolgendo tra le multiutility storiche della pianura padana, basti leggere le cronache del bresciano, del lodigiano, del cremonese dove ancora non si capacitano di come si sono fatti inghiottire. A differenza della Lega, che si è accontenta della mozione all’acqua di rose votata in consiglio, il Pd ha a cuore il patrimonio dei veronesi e farà tutto il necessario per tenere Agsm lontano dall’orizzonte degli eventi” – o punto di non ritorno – del “buco nero” A2A, evitando così che Verona perda il controllo anche sulla sua multiutility dopo aver perso il controllo dell’aeroporto, delle autostrade e delle banche. Il carattere “non vincolante” dell’offerta non rassicura nessuno nella misura in cui il Comune non ha un piano B. Eppure risulta che Sboarina e Polato, assieme a Croce, ci lavorassero da mesi pur senza informare ufficialmente il consiglio di amministrazione”.