In dirittura d’arrivo? A giudicare dai rumors di queste ore, qualcosa si sta muovendo per la presidenza di Agsm, carica scoperta da troppo tempo e spesso ricorrente nei “bla bla” dei corridoi della politica.
Com’è noto e come più volte detto, “c’è un uomo solo al comando”, almeno questa è l’impressione, avallata anche dalle notizie delle ultimissime ore.
Si tratta di Stefano Casali, avvocato, che fa parte di Verona Domani, il gruppo civico del presidente Gasparato. Casali è in pole position e, salvo terremoti dell’ultima ora, dovrebbe essere presto incaricato dal sindaco Sboarina. Toccherebbe dunque a Casali prendere il posto lasciato libero da Finocchiaro, qualche mese fa, con decisione un po’ a sorpresa.
Come in ogni “arrivo in volata”, tuttavia, c’è sempre un outsider, che in questo caso ha un nome e un passato (e una maglia…) parecchio pesante.
Si chiama Paolo Paternoster, parlamentare della Lega, che al vertice dell’Agsm era già stato a suo tempo, prima dell’era Venturi. Paternoster è ovviamente sostenuto dalla Lega, un po’ “ai margini” delle grandi operazioni degli ultimi tempi.
Proprio per gestire al meglio le istanze di ogni gruppo ed evitare (se possibile) ulteriori strappi in un tessuto politico-amministrativo già abbastanza compromesso, il sindaco Sboarina ha preso tutto il tempo possibile e anche di più.
Ora, sembra arrivato il momento della scelta, di fronte alla quale è impossibile scappare.
Scelta che, una volta compiuta, darà poi il via alle altre nomine previste, prima di tutte quella di Amt, dove c’è da trovare l’erede di Barini, non più ricandidabile. Qui, il nome “caldo” è quello di Alessandro Rupiani, indicato da Daniele Polato, che sostituirebbe così con “uno dei suoi”, Francesco Barini.
Per Rupiani vale lo stesso discorso fatto per Casali. E’ al comando, l’unico rivale credibile sembra Carbognin, che appartiene tra l’altro alla sua stessa area politica.
Insomma, la scelta di Agsm darebbe il via, a cascata, a tutta un’altra serie di decisioni che coinvolgono tutti i gruppi appartenenti alla maggioranza di governo. Con le inevitabili conseguenze, a livello di “mal di pancia” e “mal di testa”.