Agromeccanici e la rivoluzione verde Il presidente Gianni Dalla Bernardina: “Noi protagonisti dell’agricoltura digitale”

La digitalizzazione dell’agricoltura, la corsa alla sostenibilità, la necessità di certificare i passaggi produttivi a partire dal campo, la velocità di adattamento ai cambiamenti colturali. Durante l’assemblea annuale – che ha avuto luogo a Verona con il saluto del sindaco Federico Sboarina – parte proprio da questi elementi Gianni Dalla Bernardina, presidente della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani (Cai), l’associazione che rappresenta 18mila imprese agromeccaniche professionali in agricoltura, per evidenziare il ruolo strategico delle imprese che svolgono attività di servizi nel settore primario. Il 2020, anno pandemico, non ha fermato l’attività in campo, seppure con qualche difficoltà legata anche al fenomeno dei cambiamenti climatici.
“Sono in corso profondi mutamenti nell’attività agricola – ha sottolineato Dalla Bernardina – che impongono soprattutto al comparto dei servizi una immediata capacità di resilienza, così da rispondere alle nuove esigenze di un settore che non è più soltanto chiamato a produrre il cibo, ma dovrà farlo in maniera sostenibile, riducendo le emissioni, garantendo qualità e trasparenza”.
La versatilità delle imprese agromeccaniche risponde perfettamente alla capacità di adattarsi ai diversi contesti produttivi che la riforma della Politica agricola comune in fase di approvazione intende promuovere. In tale contesto, affiancato anche dalle risorse predisposte per il Piano nazionale di ripresa e resilienza e i fondi per favorire il ricambio generazionale inseriti nel programma Next Generation Eu, “non sarà il contesto economico a preoccuparci, quanto l’impiego lungimirante delle risorse a sostegno di uno sviluppo che appia coniugare ambiente e produttività”.
Fondamentale sarà l’iniziativa legislativa, lanciata insieme con Coldiretti, per assimilare gli imprenditori agromeccanici a quelli agricoli, che dovrebbe sopprimere le attuali differenze di trattamento a livello amministrativo. “Non chiediamo di togliere a chi ha o di privare qualcuno di un diritto acquisito da tempo, ma neppure tenere fuori dalla porta chi sta facendo lo stesso lavoro degli agricoltori e a sostegno degli agricoltori”, ha spiegato Dalla Bernardina.
Speranze di un allineamento su posizioni più aperturiste dovrebbero essere assicurate dalla nuova impostazione della Pac, sulla quale nei prossimi giorni Parlamento, Consiglio e Commissione Ue cercheranno di trovare una convergenza programmatica.
Restano aperti, tuttavia, alcuni nodi, messi in luce dal professor Ermanno Comegna, economista agrario esperto di politica agricola: una questione ambientale, che rischia di prevaricare l’orientamento produttivo, e il nodo della burocrazia, che anche per la programmazione che entrerà in vigore dal 2023 rappresenterà un percorso tutt’altro che semplice.
Sottolineata una nota polemica sulla revisione dei mezzi agricoli. La centralità delle imprese agromeccaniche in chiave di sostenibilità delle produzioni lungo la catena di approvvigionamento e nella blockchain è stata ribadita da Michele Gruppo, presidente di Verona Mercato, dove si è svolta l’assemblea annuale di Cai. L’endorsement alla categoria è arrivato anche da Elisa De Berti, vicepresidente della Regione Veneto. “Confido che il Pnrr sia una opportunità anche per le imprese agromeccaniche”.