Non piace, a Confcommercio Verona, il disegno di legge regionale approvato in Giunta a fine giugno che modifica e integra la normativa in materia di agriturismo, turismo rurale, fattorie didattiche ed enoturismo: per Paolo Artelio, presidente della sezione turismo e degli esercenti Fipe dell’associazione, la proposta che dovrà ora essere esaminata dalle commissioni consiliari rischia di creare i presupposti per una concorrenza sleale a fronte di una equiparazione degli agriturismo alle attività di ristorazione e ospitalità. E chiede, per questo, una marcia indietro.
Tra i punti salienti del DL, la modifica della quota di prodotti che devono obbligatoriamente provenire dall’azienda agricola, abbassata al 50%, mentre per un altro 35% di prodotti la norma permetterebbe agli agriturismo di utilizzare una ampia scelta di alimenti (biologici, Dop…) tali da rendere di fatto impossibili verifiche e controlli sul rispetto della prescrizione. Prevista inoltre la possibilità di offrire, in cantina, esperienze di abbinamento dei vini agli alimenti che, per Fipe, è il presupposto per un sostanziale via libera a servizi di ristorazione senza gli stessi, stringenti, requisiti sanitari. Dal punto di vista della ricettività, sarebbe infine possibile fornire alloggio a 60 persone (il doppio rispetto a quanto attualmente in vigore).
“Il concetto che ribadiamo da tempo è “stesso mercato stesso regole”, sottolinea Artelio. “Per equiparare gli agriturismo ai pubblici esercizi servirebbe un inquadramento fiscale e normativo uguale, ma gli imprenditori agricoli beneficiano di condizioni ben più favorevoli rispetto a quelli del turismo”.
“In questo momento di eccezionale difficoltà per le imprese del pubblico esercizio, che anche dopo la riapertura registrano fatturati ben lontani da quelli ante-Covid – aggiunge il presidente di Fipe Verona – servirebbero misure di sostegno e non iniziative legislative che di fatto legalizzano una situazione di concorrenza sleale. Perchè così si rischia di assestare il colpo di grazia a migliaia di imprese, anche nel Veronese”.
Nel riaffermare che la categoria da lui rappresentata “non ha nulla contro i tantissimi agriturismo veri, nati per garantire un reddito complementare alle aziende agricole”, Artelio aggiungen che “questo principio, negli anni, si è sempre più attutito e i concetti di prevalenza e complementarietà sono oramai secondari, mentre i benefici normativi e fiscali ci sono ancora tutti. La Regione faccia marcia indietro, questo è un autogol per l’economia”.