“L’agricoltura veneta è alle prese con una fase di trasformazione, in cui rimane confermata la vocazione alle produzioni di qualità, come vitivinicoltura e ortofrutta. La missione ora è quella di organizzare filiere efficienti e sostenibili sul piano economico e ambientale, cercando di dare maggiore valore aggiunto alle produzioni e puntando a rafforzare l’internazionalizzazione”. Così Gianni Dalla Bernardina, presidente della Confederazione degli Agromeccanici e Agricoltori Italiani (Cai) e di Apima Verona, commenta i dati presentati a Legnaro (Padova) da Veneto Agricoltura, dai quali si evince che l’agricoltura veneta vale 5,7 miliardi di euro nel 2016 e che, complessivamente, ha mostrato segnali di stabilità rispetto al 2015 (+0,3%), grazie anche alle performance da record del comparto vitivinicolo. “Lo scenario positivo per vitivinicoltura e orticoltura, in particolare in serra – prosegue Dalla Bernardina – descrive un’agricoltura attenta all’innovazione tecnologica e con una propensione alla qualità. In tali ambiti è evidente che anche il contoterzismo ha contribuito al successo, grazie a investimenti costanti e all’avanguardia. Per la zootecnia, invece, è pesata la crisi del primo semestre del 2016, ma oggi possiamo contare su trend di mercato decisamente diversi”. Secondo il numero uno di Cai “la missione ora è quella di organizzare filiere competitive, in grado di sfruttare le potenzialità logistiche del Veneto e la cultura agli scambi commerciali, che fa parte del Dna del territorio. In quest’ottica anche il ruolo degli agromeccanici si inserisce in un percorso improntato all’efficienza e alla tracciabilità delle produzioni agricole”.