Primi risultati positivi per Element-E, il progetto di
monitoraggio della biodiversità del Gruppo Leone Alato, holding agroalimentare di Generali, e della naturetech 3Bee, lanciato poco più di un anno fa nelle tre aziende agricole di proprietà della holding agroalimentare di Generali a Portonovo (comune di Medicina, Bologna), Spazzate (comune di Conselice, Ravenna) e Costa Arènte (comune di Grezzana, Verona).
L’obiettivo del progetto è misurare per la prima volta e in maniera scientificamente precisa e puntuale, la biodiversità di un territorio, in modo da garantire la salvaguardia dei terreni, la qualità delle produzioni e la tutela dell’ambiente.
L’attività si è basata sull’innovativo protocollo di monitoraggio della biodiversità Element-E, sviluppato da 3Bee e caratterizzato nello specifico dalle tecnologie Flora e Spectrum: la prima consente, grazie all’AI e alle immagini satellitari, di mappare un’area, stimare la potenziale biodiversità dell’habitat e la sua idoneità per gli impollinatori; la seconda invece, consente di captare le onde sonore emesse dagli impollinatori presenti in un’area, così da valutarne la quantità e le tipologie.
I dati emersi dalla ricerca sono finora lusinghieri. Dal monitoraggio si rileva infatti la qualità delle tre aree prese in esame: a Costa Arènte è stato individuato l’apporto positivo della presenza di aree naturali, siano essi boschi o prati con un +100% di abbondanza di entomofauna, ovvero l’insieme degli insetti di una data zona, quando applicate rispetto ad aree di controllo.
L’unicità delle tre tenute studiate risiede nelle attività che vi vengono svolte. A Portonovo si pratica agricoltura rigenerativa con le cosiddette cover crop (ovvero le colture utilizzate per non lasciare scoperti i terreni agricoli. A Spazzate è presente una vera e propria oasi di biodiversità immersa in terreni ad agricoltura intensiva. A Costa Arènte è presente un vigneto sostenibile, con inerbimento controllato interfilare e con crucifere e leguminose, inserito in un’area boschiva molto ampia.
Igor Boccardo, Ceo di Leone Alato, afferma: “I risultati ottenuti dopo un anno di sperimentazione sono stati molto positivi. La combinazione di tecniche tradizionali con le più moderne tecnologie ci ha infatti permesso di guidare una crescita significativa degli impollinatori all’interno dei terreni agricoli monitorati. L’obiettivo nel medio periodo è quello di estendere il monitoraggio ad altri siti a partire dal 2024, per effettuare una valutazione più ampia e sistemica al fine di definire una strategia di valorizzazione e rigenerazione della biodiversità per i prossimi anni. Come Leone Alato vogliamo essere un punto di riferimento nel campo della biodiversità, valorizzando la ricerca, le produzioni di qualità e il rispetto dell’ambiente”.
Niccolò Calandri, Ceo di 3Bee, afferma: “Di fronte alla sfida del degrado del suolo, che secondo la Ue interessa fino al 73% dei terreni agricoli, l’importanza di soluzioni innovative è più evidente che mai. La collaborazione tra Leone Alato e 3Bee rappresenta un passo significativo in questa direzione e siamo impegnati a sviluppare tecnologie per la tutela della biodiversità, un elemento fondamentale per un’agricoltura sostenibile”.