“L’agricoltura 4.0, la sostenibilità ambientale, l’agricoltura di precisione non avranno incrementi significativi in Italia con gli incentivi alla rottamazione o con politiche legate all’iper-ammortamento o al super-ammortamento. Si potrà forse favorire l’acquisto di qualche centinaia di trattori, ma se si vuole accompagnare il Paese verso la competitività delle filiere e la crescita delle imprese agricole, uno specifico aiuto dovrà essere riconosciuto alle imprese agromeccaniche, che oggi operano al servizio a vario titolo di quasi un’azienda agricola su due”. È questa la posizione della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani (Cai), che sollecita il Governo e il Parlamento a sostenere la filiera della meccanizzazione agricola in Italia, una realtà che vale 7,9 miliardi di euro (11,1 miliardi con i settori della componentistica e del giardinaggio), concentrando gli aiuti e le risorse in favore dei veri acquirenti di macchine e mezzi agricoli. Cai ricorda infatti che “le 18mila imprese agromeccaniche in Italia, pur rappresentando un numero esiguo nel panorama delle imprese che operano in agricoltura e pur essendo appena l’1% dei clienti del mercato delle macchine agricole, ne determinano il 30% del fatturato. La filiera del contoterzismo agricolo in Italia nel 2018 ha raggiunto un valore di 3,1 miliardi di euro, evidenziando una crescita costante (+17,1% rispetto al 2011), della quale hanno beneficiato innanzitutto le aziende agricole. L’ipotesi di concedere il credito di imposta alle imprese agricole, senza prevedere incentivi specifici e misure ad hoc per le imprese agromeccaniche, è per la Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani “l’ennesimo abbaglio che non comporta alcun miglioramento né in termini di sostenibilità ambientale né di sicurezza sul lavoro né tanto meno di competitività del sistema. Serve coraggio per restare agganciati ai paesi che crescono di più; scelte di comodo sono miopi e contro produttive per le filiere agricole e alimentari”.