“Agsm sta trattando per un’aggregazione con la milanese A2a. Siamo sicuri sia cosa buona e giusta per Verona e i veronesi?”. E’ quello che si chiede Stefano Valdegamberi, consigliere regionale eletto nella lista Zaia. “In questi giorni, mentre tutti sono distratti dal Coronavirus, nelle segrete stanze, quasi fossero questioni carbonare, stanno avvenendo accordi importanti tra Agsm e la società A2a di Milano che mira al controllo della municipalizzata veronese. La totale mancanza di trasparenza di queste operazioni che, si vocifera, dovranno concludersi non oltre il prossimo mese di aprile”, dice “è l’elemento che suscita i maggiori sospetti. Nessun consigliere comunale a cui ho chiesto chiarimenti ha saputo darmi informazioni e aiutarmi a dipanare i dubbi che mi nascono spontanei. Il primo. A cosa dovrebbe servire questa aggregazione? Dalle dichiarazioni del sindaco (molto sfuggenti) dovrebbe essere un’operazione a totale vantaggio dei veronesi, prospettando in futuro mirabolanti utili e dividendi per il Comune e grandi risparmi in bolletta per i cittadini. Ne siamo proprio sicuri? Il tema delle tariffe gas e energia elettrica è di difficile comprensione. Mi rivolgo ad un esperto in materia che analizza attentamente le attuali condizioni di offerta di A2a e Agsm. Conclusione: Agsm finora ha applicato tariffe più vantaggiose ai cittadini rispetto ad A2a. Allora perché dovremmo aggregarci? Per far pagare ai veronesi bollette più care? Quanto ai futuri mirabolanti utili e dividendi per il comune mi pongo questa banale domanda. A2a, secondo il piano, dovrebbe portare nuovi asset all’interno della costituenda nuova società che, a dire del sindaco, aumenterebbe di parecchie volte il fatturato di Agsm e quindi gli utili. Per quale motivo A2a se ha in mano Assets così preziosi dovrebbe accontentarsi di dividere gli utili tenendosi solo un 30%? Non è forse l’unico vero obiettivo di A2a quello di accaparrarsi il ghiotto pacchetto clienti di Agsm? Perché operazioni simili fatte negli anni da parte di A2a sul territorio nazionale, svanite le promesse iniziali, hanno ricevuto più lamentele che consensi dai rispettivi amministratori locali? L’invito quindi è alla riflessione e alla prudenza prima di consegnare nelle mani altrui questo ultimo patrimonio dei veronesi”.