Era il 1969 quando Sergio Endrigo cantava La casa in via dei matti numero zero composta da Vinicius del Moraes, una canzoncina per bambini finita anche nello Zecchino d’oro. E diceva così: “Era una casa molto carina Senza soffitto senza cucina, Non si poteva entrarci dentro Perché non c’era il pavimento, Non si poteva andare a letto Perché in quella casa non c’era il tetto, Non si poteva fare la pipìPerché non c’era vasino lì, Ma era bella, bella davvero, In via dei matti numero zero, Ma era bella, bella davvero, In via dei matti numero zero”.
E questa canzone filastrocca è diventata ieri mattina l’inno della protesta degli studenti e studentesse delle Università del Nord Italia accampati attorno al Polo Zanotto e con queste note hanno accolto l’arrivo della ministra Annamaria Bernini che ha inaugurato il nuovo anno accademico che coincide con i 40 anni di vita del nostro ateneo.
Il tema al centro del confronto, sempre educato, civile, anche simpratico, è stato proprio il problema della residenzialità e della difficoltà di trovare alloggi in affitto in una realtà che vede pochissimi studentati, in particolare a Verona solo 450 posti letto su una platera di circa 30 mila iscritti, affitti che sul mercato privasto sono schizzati a cifre improponibili per il boom delle locazioni turistiche.
E la Bernini si è fatta trovare preparata, ha risposto punto su punto alle richieste degli studenti e del rettore Pier Francesco Nocini: entro l’estate il ministero elaborerà la graduatoria delle richieste inviate dal territorio e darà una risposta al progetto presentato dall’Esu di Verona per trasformare l’ex convento di via Nicola Mazza in uno studentato con 120 posti letto. Progetto che impegna circa 3 milioni del bilancio dell’ente presieduto da Claudio Valente.
Ma come vedremo ci sono anche altri progetti in ballo, anticipati dal rettore Nocini: dalla trasformazione della caserma TRainotti, ex Distretto militare di via XX Settembre a Veronetta alla Palazzina Cangrande da realizzare all’interno della ex Passalacqua.
“Mi sono confrontata l’altra sera con il consiglio nazionale degli studenti universitari che hanno richieste e proposte legittime che valuteremo assieme”, ha detto la Bernini ai microfoni di stampa e Tv, “ma soprattutto ho chiesto loro e loro la dimostrano, la disponibilità alla collaborazione per lavorare assieme per vincere il campionato della residenza universitaria fino al 2026”.
Il rettore: “Ecco le mie proposte”. Nocini punta sull’ex caserma Trainotti e palazzina Cangrande nell’area Passalacqua
Per le risorse finanziarie due sono gli strumenti, ha spiegato la ministra: “I fondi della legge 338 che mettiamo come Governo e che finanzia le università per ristrutturare le residenze e abbiamo assegnato 8 mila posti letto; da adesso in poi parte una nuova fase con il Pnrr per mettere a disposizione immobili; le manifestazioni di interesse possono arrivare da pubblici e da privati. Gli studenti vorrebbero solo pubblici, ma da qui al 2026 ci sarà bisogno di tutti”.
“Ho cominciato a lavorare per l’housing universitario dal primo giorno in cui mi sono seduta nell’ufficio di ministro, questo perché avevamo l’obiettivo entro marzo 2023 di produrre alla commissione Ue un progetto da 7.500 posti per avere la terza rata del Pnrr. Era una priorità”
La Bernini ha aggiunto poi nello specifico: “Abbiamo creato un gruppo di lavoro per fare in modo che tutto sia trasparente e condiviso, con rettori, studenti, enti pubblici, sindaci metropolitani al di là che ci siano o meno le tende degli studenti. Abbiamo chiesto disponibiltà di immobili da destinare a studentati”.
E per l’Esu di Verona che ha un progetto pronto?
“L’Esu ha ragione e rientra proprio nella categoria dei progetti finanziabili con la legge 338; non si tratta di dover dare un nulla osta ma il progetto deve essere valutato da esperti e approvato. Gli esperti sono al lavoro e la graduatoria si concluderà entro l’estate”.
Il problema della difficoltà degli alloggi per gli studenti è però esploso anche per una questione legata al mercato immobiliare delle locazioni turistiche: i proprietari preferiscono affitti brevi per i turisti piuttosto che dare la casa agli studenti…
“Non è un mio dossier ma del ministro Santanché che è molto attiva su questo punto e proprio ieri ha annunciato un disegno di legge su questa materia. E’ un tema scivoloso, pattiniamo sul ghiaccio sottile, ma è vero che gli affitti brevi sono molto impattanti, non solo sugli studenti ma su tutti”.
Ma è il rettore Nocini ad avere le sorprese in mano. “Io porto avanti tutte le ipotesi possibili per dare alloggi agli studenti”, dice il rettore alla Cronaca di Verona, “in particolare l’ex caserma Trainotti in via XX Settembre e la Palazzina Cangrande all’interno della innominabile Passalacqua”. Perché innominabile? “Per tutti i patti traditi. Ma è il momento di aprire un tavolo con le istituzioni pubbliche e private, con la Curia, Cariverona e tutti gli altri attori per ricavare studentati nei prossimi 3 anni. Le cose si stanno muovendo, dalla ministra Bernini e dal Governo abbiamo pieno appoggio e disponibilità”.
Della protesta degli studenti accampati con le tende cosa pensa?
“E’ una protesta pacifica e condivisibile. Gli studenti sanno che arriveremo a bersaglio, io sono al loro fianco per sviluppare il più possibile il welfare per i nostri iscritti, senza di loro l’università non esisterebbe, sono i nostri figli”.
“Risposte concrete, ora tocca al Comune”. Tosi: “Dalla Bernini impegni importanti”. Bozza: “Tommasi e Zaia si attivino subito”
E a margine della cerimonia di apertura dell’anno accademico che ha visto presenti tutte le autorità cittadine, Flavio Tosi, deputato di Forza Italia, che ha favorito e propiziato l’incontro tra il Ministro dell’Università Annamaria Bernini e il magnifico rettore Pier Francesco Nocini, a cui ha partecipato anticipa i temi al centro del dibattito.
“Tra i temi affrontati anche quello delle politiche di housing universitario, dopo il bando da 660 milioni di euro con fondi Pnrr firmato proprio dalla Ministra Bernini, che si traduce in 20 mila posti letto entro il 2026. Un bando che punta ad arginare il problema del caro-affitti per gli studenti e che sarà reso operativo da un decreto che passerà dalle commissioni competenti della Camera.
Il provvedimento stanzia risorse per enti prettamente pubblici, “ma anche privati, i quali si dovranno impegnare per 12 anni a impiegare quei fondi solo per la realizzazione e gestione di studentati, cioè per quel periodo vincolato non potranno fare lucro sugli immobili assegnati. Immobili che, attraverso un canone concordato con lo Stato finanziatore, dovranno inoltre essere destinati prioritariamente agli studenti capaci e meritevoli anche se privi di mezzi”. “Il criterio di assegnazione – riprende Tosi – tiene conto del merito e della capacità reddituale, cioè i posti letto andranno in primo luogo a chi ha ottimi voti e bassa capacità economica familiare. In ogni altro caso varrà giustamente il criterio del merito. Una condizione di equità e giustizia doverosa trattandosi di soldi pubblici. Bene anche il vincolo di 12 anni alla destinazione universitaria per evitare speculazioni”. “La mancanza di alloggi accessibili per gli studenti effettivamente c’è – dice Tosi – ma il Pd che ora cavalca la protesta nei suoi governi non ha fatto nulla. Adesso invece con il Ministro Bernini si individua una soluzione concreta. Se pensiamo che attualmente i posti letto messi a disposizione degli enti pubblici sono nell’ordine di qualche migliaio, realizzarne entro tre anni 20 mila è una risposta davvero importante”.
E il consigliere comunale Alberto Bozza ha presentato una mozione sull’housing universitario insieme con i colleghi comunali Barbara Tosi, Pisa e Lella. I consiglieri di Forza Italia e di area tosiana chiedono al sindaco Tommasi e alla giunta di aumentare l’offerta di alloggi per gli studenti universitari, attivando politiche dello studio e della casa e utilizzando gli strumenti edilizi, urbanistici e tributari a disposizione. La mozione segue la visita e il confronto che Bozza, Barbara Tosi, Pisa e Lella hanno avuto la settimana scorsa con gli studenti dell’Università di Verona accampati in tenda al Polo Zanotto.
Bozza sul caro-affitti universitario lunedì depositerà una mozione anche in Regione a Venezia, che segue quella presentata nel dicembre 2021, prima che la protesta degli studenti esplodesse sul piano mediatico. Adesso Bozza chiede che la giunta Zaia si attivi con il Governo in sede di conferenza Stato-Regioni per favorire politiche di housing universitario, attraverso investimenti pubblici per gli studentati e i campus, e paternariati pubblico-privato per incentivare la riconversione d’uso a destinazione universitaria sia di una parte degli immobili esistenti che degli edifici abbandonati.
Da un lato, spiega Bozza, “si devono attivare percorsi politici idonei, coinvolgendo al tavolo di lavoro anche l’Anci, i Comuni di riferimento, le Università e l’Esu”. Dall’altro “vanno messe in atto delle agevolazioni fiscali ai proprietari degli immobili che decidono di dare i loro appartamenti agli studenti a prezzi calmierati”.
Un’operazione da 1 milione di euro. Il rettore Nocini intende innalzare la soglia della no tax area da 22 a 27 mila euro
“Vorrei ora richiamare la vostra massima attenzione sulle prossime sfide: alcune già vinte, altre da vincere su temi di grandissima attualità che sono fonte di forte preoccupazione per gli studenti e le loro famiglie”. Ha esordito così nel suo intervento il rettore Pier Francesco Nocini.
“Il primo fondamentale intervento – ha detto- è stato realizzato estendendo e migliorando sensibilmente la qualità dei servizi di ristorazione (oggi gli utenti delle mense sono più che triplicati!)”.
In secondo luogo ha toccato un problema che si trascinava dal 1982 “parlo della data di nascita del nostro Ateneo, ha finalmente trovato soluzione: grazie all’accordo tra Esu e Aoui “le mense ospedaliere sono state aperte alle nostre specializzande e specializzandi di Medicina, a tariffe agevolate previste dal diritto allo studio. Accordo già firmato ringrazio il dottor Bravi. Grazie alla costante collaborazione con l’Esu di Verona (e qui ringrazio il Presidente Claudio Valente e il Direttore Generale Giorgio Gugole), siamo riusciti ad assicurare il posto alloggio a tutti gli studenti idonei per reddito e per merito come fissato dalla normativa sul diritto allo studio. Tutto questo è sufficiente? La risposta è no. È dall’inizio del mio mandato – ha aggiunto – che con il governo di Ateneo stiamo cercando soluzioni percorribili per rispondere all’emergenza alloggi e qualche risultato l’abbiamo comunque ottenuto: con Esu, Comune di Verona e Fondazione Camplus, abbiamo trovato 30 posti letto nel quartiere Filippini alle tariffe previste per il diritto allo studio: posti oggi tutti occupati. Sempre in collaborazione con l’Esu e con la Curia di Verona è stato presentato un nuovo progetto, in attesa di risposta del ministero, che prevede la realizzazione di altri 130 posti letto o più in zona Veronetta. Ed ancora con il dottor Michele Romano, Presidente di Croceverde, stiamo procedendo nell’area di via del Capitel con le richieste di autorizzazione al Comune per la ristrutturazione di ulteriori 120 posti letto. Sono convito che anche l’Amministrazione comunale potrà fare la sua parte”.
Rivolgendosi poi alla ministra le ha illustrato l’esempio concreto che ha in mente.
“A fine mese presenterò una proposta agli Organi di Ateneo per portare il valore soglia della no tax Area dagli attuali 22mila a 27mila euro. Adottando questa misura – ha sottolineato – secondo la mia proiezione e quella del Direttore Generale (che ho faticato non poco in questo anno a convincere per la sua giusta preoccupazione per la tenuta complessiva dei conti di bilancio!) garantiremo a più di 8.500 studentesse e studenti la possibilità di frequentare l’Università gratuitamente: un impegno straordinario e positivo, a tutela dei giovani e delle loro famiglie. Infatti, innalzando il tetto del valore soglia a 27mila euro e prendendo ad esempio una famiglia di due genitori, entrambi lavoratori, due figli a carico, con mutuo-casa, ebbene, questi genitori potranno far frequentare gratuitamente i propri figli presso l’Ateneo scaligero.
Si tratta di una operazione finanziaria da 1 milione di euro, Penso che a tutti voi ora sia ben chiaro quale contributo sociale e di solidarietà tangibile l’Ateneo di Verona stia offrendo realmente alle nuove generazioni, e ovviamente ne rivendico pubblicamente la paternità”.