I modelli I.S.A., Indici Sintetici di Affidabilità del contribuente, sono gli eredi degli studi di settore e il loro primo anno di applicazione sta creando non poche difficoltà. La mobilitazione dei commercialisti, che da mesi segnalano le moltissime anomalie e i malfunzionamenti, a partire dai ritardi nella diffusione del software che serve a calcolarli, ha già ottenuto un primo risultato: la proroga dal 1° luglio al 30 settembre delle scadenze di versamento per i contribuenti che svolgono delle attività interessate dagli Isa. Ma la proroga è ritenuta a tutt’oggi insufficiente dal Consiglio Nazionale dei Commercialisti e dagli Ordini locali, che chiedono ufficialmente al governo che per il primo anno gli I.S.A. siano resi opzionali e non obbligatori. Alla prima prova sul campo gli I.S.A. stanno generando problemi di innegabile rilevanza: sono numerosissime le segnalazioni di anomalie e malfunzionamenti pervenute dal territorio, indicative di una situazione di grave disagio in evidente contrasto con le disposizioni dello Statuto dei Diritti del Contribuente. Non mancano anche i risultati paradossali, per cui in alcuni casi sono le stesse imposte pagate al Fisco negli anni precedenti, che venendo assimilate ad una voce di costo operativo per l’impresa, vengono interpretate dal sistema come un’anomalia, finendo per attribuire un indice di scarsa affidabilità del contribuente. “Invece che costruire una migliore collaborazione tra Fisco e contribuente – osserva il commercialista Gino Glisenti delegato Veneto ai rapporti con l’Agenzia delle Entrate – gli I.S.A. stanno ottenendo l’effetto opposto. Abbiamo recentemente segnalato al Garante del Contribuente del Veneto tutte le problematiche: dai ritardi nel rilascio del software da parte dell’Agenzia delle Entrate ai file in formato XML messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, senza contare le problematiche legate all’esito del calcolo che appare di difficile interpretazione”.