Affi. Lunga vita alla bandiera del Moscal. Sostituita grazie alla generosità degli alpini Dodici anni fa era stata issata per la prima volta grazie all’iniziativa di Ferdinando Mazza

Sostituita la bandiera sul Moscal. Grazie agli alpini ora ne sventola una più grande. Era stata issata per la prima volta dodici anni fa. La storia del Tricolore si intreccia con quella dell’alpino Ferdinando Mazza che dopo aver chiesto tutte le autorizzazioni al sindaco di Affi con Gianni Marchesini e il palo regalato da Lorenzo Benamati aveva provveduto alla sistemazione.
Una bandiera che negli anni è diventata un simbolo per gli abitanti del Comune. Un segno distintivo visibile dal casello dell’autostrada e dai paesi confinanti. Non tutti però sanno che dietro quel simbolo c’è, e c’è sempre stato, il lavoro del Gruppo Alpini di Affi che l’ha voluto e se n’è preso cura dal primo momento. Fino ad oggi. Quando, sempre sotto la supervisione di Ferdinando Mazza, è stata sostituita con una molto più grande fornita dall’amministrazione comunale. Due metri per tre. Una bandiera che oggi sventola nitida sulla vetta del Moscal.
Nell’occasione del posizionamento della nuova bandiera è così emerso il quaderno di Ferdinando Mazza. Il quaderno della bandiera. Sopra ci sono annotati tutti gli aggiustamenti che la bandiera ha subito dal gennaio 2011 ad oggi. Tutti i sopralluoghi effettuati da alpini e volontari dopo un temporale, una grandinata. Tutte le sostituzioni, le ore di lavoro annotate puntigliosamente. Le varie sostituzioni effettuate, il costo di ogni nuova bandiera comprata. Il luogo. I partecipanti ad ogni singolo intervento.
“Siamo fieri di questa bandiera perché ormai ci rappresenta”, spiega il Sindaco di Affi Marco Sega. “Vederla così grande e visibile è per noi un motivo ulteriore di orgoglio perché parla del lavoro e dell’attaccamento al territorio di tante persone che se ne sono prese cura. Sembra una sciocchezza ma quella bandiera è la dimostrazione che ci sono tante persone disposte a regalare il proprio tempo e le proprie energie al posto in cui vivono”.