A rilanciare il tema è stato lo stesso sindaco Damiano Tommasi, rispondendo ieri sera in Consiglio comunale a una intrerrogazione del parlamentare e consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Marco Padovani: che cosa sta succedendo all’aeroporto Catullo? Quali sono i piani dei soci per il futuro dello scalo visto che a breve ci sarà la presentazione del bilancio e l’assemblea dei soci con il rinnovo delle cariche? Tommasi ha dato alcune indicazioni ma soprattutto ha rivelato che dopo le interviste rilasciate dal presidente di Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco, socio forte del Catullo, alla Cronaca di Verona e al Corriere di Verona nelle quali anticipava che non sarebbe stato contrario al fatto che Save (oggi al 43%) andasse in maggioranza asosluta, c’è stato un incontro tra i soci veronesi per capire cosa fare e come procedere. “”Dopo le dichiarazioni del presidente di Cariverona, – ha spiegato il sindaco- è stato convocato da Giuseppe Riello, presidente della Camera di commercio, un incontro informale di approfondimento sulle tematiche e risultanze alla luce dell’intervista di Mazzucco. Era presente il Comune di Verona con la Provincia, poi la Provincia di Trento, ovviamente la Camera di commercio e la Fondazione stessa”. Che cosa è emerso? Tommasi ha aggiunto: “L’idea emersa è quella di avere una posizione comune a fronte della gestione di un asset importante per il nostro territorio. Il sistema di voto del cda prevede la presentazione di liste per chi ha più del 7% della partecipazione in aeroporto; il Comune non ha il 7 e quindi la presenterà insieme ad altri. Chi avrà più voti per la propria lista esprimerà anche il presidente e 4 consiglieri; la seconda lista avrà 4 consiglieri, il socio privato, cioè Save, indicherà l’amministratore delegato. Noi soci saremo uniti per una strategia di sviluppo dell’aeroporto, uniti dialogando sempre con il socio privato Save. Anzi, a breve ci sarà un incontro con il presidente Marchi”. Fronte unito dunque, ma anche grande collaborazione con Save se si vuol far crescere l’aeroporto: questa la strada indicata dal sindaco: “La possibilità da parte del territorio di essere dialogante con il socio privato credo che sia l’unico modo per gestire un asset tanto importante in vista anche dei prossimi appuntamenti internazionali. Per noi l’obiettivo è diventare riferimento per tutte le province limitrofe come Brescia, Trento e Mantova”.
Romeo, slitta la fine lavori Aumento di capitale? Non ora
Nella replica, il parlamentare Padovani si è detto insoddisfatto: “Non sono assolutamente soddisfatto della risposta, che ho atteso per più di due mesi. Va bene l’unità dei soci pubblici e l’incontro con il socio privato Save, ma sulle prospettive del Catullo, che va rivitalizzato, non c’è una linea chiara ma solo confusione”. Un tema caldo per le prossime settimane, perché il Catullo è uno snodo delicato e importante non solo come asset strategico per l’economia del territorio ma anche dal punto di vista degli equilibri politici. Primo punto. Da quanto risulta alla Cronaca di Verona i lavori per la realizzazione del progetto Romeo, con il potenziamento e allargamento del terminal, slitteranno di sei mesi. La conclusione era prevista a fine del 2024, se ne parlerà a maggio del 2025. Ritardi dovuti alla pandemia e al rialzo dei costi delle materie prime. Secondo. Al momento attuale non è previsto che venga chiamato un aumento di capitale, caso mai potrà accadere l’anno prossimo quando i lavori saranno verso la conclusione. Purtroppo gli aeroporti non sono stati ricompresi tra le infrastrutture che possono accedere al Pnrr. Eventuali cambi di equilibri societari, quindi, potrebbero esserci soltanto se qualche socio decidesse di cedere proprie quote. Ma in questo caso scatterebbe l’opzione degli altri soci. E l’aumento di capitale dovrà essere ad evidenza pubblica. Sarebbe questo lo scenario che potrebbe portare Save a una maggioranza assoluta (oggi è al 43%), anche se la quota da acquistare sarebbe superiore al 7% e quindi impegnativa: chi ha una quota così significativa da vendere? Terzo. Solo dopo l’incontro con Enrico Marchi patron di Save si comincerà a parlare di liste da presentare. per il cda. Comunque il presidente del Catullo sarà veronese e l’amministratore delegato sarà espressione di Save, così come è già ora. Va sottolineato che le nuove cariche avranno l’onore oltre che l’onere di affrontare le Olimpiadi invernali e le Paraolimpiadi del 2026, quindi si tratta di incarichi di grande prestigio. Il toto nomi è già partito, ma tutto è in alto mare. L’ipotesi che Giuseppe Riello possa traslocare dalla Canera di commercio al Catullo si è indebolita dopo che la riforma degli enti camerali ha introdotto la possibilità del terzo mandato per i presidenti e Riello rientra in questa casistica. Potrebbe rimanere in corso Porta Nuova fino alle Olimpiadi. In questo caso non si esclude una riconferma del presidente attuale Paolo Arena, che aveva rilevato un Catullo sull’orlo del fallimento e ora dovrebbe presentare ai soci un bilancio consolidato positivo.Del cda non farà più parte Federico Bricolo, leghista, oggi presidente della Fiera. Per il resto, i nomi sono tutti da decidere. Quarto. Mancano i collegamenti: questo è il vero tallone d’Achille dello scalo. Con la stagione estiva aumenteranno gli arrivi di turisti al punto che verrà probabilmente realizzata una tensostruttura esterna in prossimità del cantiere per svolgere le operazione preliminari del check in e gestire il flusso di passeggeri tenendo sempre operativo lo scalo senza chiudere l’attività. Ma tutti questi passeggeri come vengono collegati alla città? Con la navetta Atv e i taxi. Si sente sempre più la necessità, per far decollare l’aeroporto, di coordinare i progetti a livello provinciale, dialogando con Roma: un collegamento ferroviario è indispensabile se non si vuole rischiare una figuraccia in occasione di Olimpiadi e Paralimpiadi. (mb)