”E’ un disastro”, esordisce Luca Scarsini, uno dei titolari dell’aeropark Verona adiacente al “Catullo”: “Sono qui dal 2016, 6 anni di attività, e a parte un bel parcheggio pieno a ferragosto, l’aeroporto è notevolmente in difficoltà”. Non regge proprio il confronto con gli scali limitrofi, e le cause secondo Scarsini non sono molto difficili da trovare: “È abbastanza semplice la spiegazione: il Catullo è gestito da Save, una società aeroportuale che ha in mano anche gli aeroporti di Venezia e Treviso, stiamo parlando quindi del più grande competitor per Verona”. Prosegue Scarsini: “A Verona detengono il 40% delle quote, il restante 60% è in mano a enti pubblici. E considerato che Save nel veneziano detiene per intero la gestione degli aeroporti, che interessi avrebbe a farsi la guerra in casa? Fanno vivacchiare il nostro aeroporto, e il grosso degli introiti lo spostano verso gli altri scali in loro possesso”. Una scelta che appare principalmente di carattere politico. E che ha portato Verona negli anni a una lenta e inesorabile immobilità, fatta di un fuggi fuggi delle principali compagnie low cost, e di affluenze che non superano i numeri di un passato che si pensava lontano: “Noi non abbiamo nessuna base low cost. E se una compagnia decide di lasciare un aereo che “dorme” a Verona, significa che l’aereo paga dei diritti, l’equipaggio rimane a Verona, la manutenzione viene a fatta a Verona. Questo comporterebbe a 50/60 persone del luogo un’opportunità di lavoro, ma purtroppo questo non succede più”. Ha aggiunto Scarsini: “Verona oggi col Covid, fa fatica a fare 1.400.000 persone. Anche se il dato più preoccupante è quello riferito a prima della pandemia, quando volavano circa 3.000.000 di persone, numeri simili a quelli addirittura del 2011. Mentre per fare dei paragoni qui vicini, a Bergamo c’erano quasi 14.000.000 di passeggeri e a Venezia sugli 11.500.000”. Soluzioni efficaci all’orizzonte se ne vedono poche, ma per Scarsini la speranza potrebbe arrivare proprio dalla nostra città: “L’aeroporto di Verona è logisticamente molto interessante, è sull’asse delle principali autostrade: servirebbe un cambio di passo. A me piacerebbe fosse qualche imprenditore di Verona a prenderlo in mano, tipo, non sarebbe bello farlo diventare l’aeroporto Calzedonia?”. F.Rid.