E’ battaglia a tutto campo quella che si è aperta attorno all’aeroporto, dopo che la scure di Raffaele Cantone, il magistrato a capo dell’Anac (Autorità nazionale anti corruzione) si è abbattuta sul Catullo e, in particolare, sulla cessione a contrattazione diretta delle quote del Comune di Villafranca (il 2% del capitale) alla Save. «Così non si doveva agire», la sintesi della delibera del 9 marzo scorso, pubblicata sul sito dell’Anac. Quindici pagine che raccontano tutti i passaggi dell’operazione, culminata con l’ingresso di Save nel Catullo in data 19 marzo 2014, che lasciano intuire possibili ulteriori sviluppi sia in campo penale che erariale. Il vizio d’origine sta infatti in quella cessione di quote a contrattazione privata, quando invece si sarebbe dovuta bandire una gara pubblica; tesi, quest’ultima, sostenuta negli anni dal deputato del Pd Gianni Dal Moro. A muovere Cantone sul fronte dell’aeroporto di Verona è stato – il 20 febbraio 2017 – un esposto del presidente di Onlit (Osservatorio nazionale delle liberalizzazioni nelle infrastrutture e trasporti) e candidato in Lombardia per “LeU”, Dario Balotta, che denunciava proprio l’operazione di acquisizione di Save delle quote del Comune di Villafranca perché avvenuta «in presunta violazione della normativa sulle procedure di evidenza pubblica». All’esposto di Ballotta ne ha fatto seguito un altro – datato 16 giugno 2017 – dal contenuto analogo e presentato dalla deputata del Movimento 5 Stelle Francesca Businarolo alla procura regionale della Corte dei Conti oltre che, per conoscenza, all’Anac. E i tre, pur provenendo da esperienze politiche diverse, in un’anticipazione di pragmatico “inciucio” si sono ritrovati fianco a fianco al Liston 12 per ripercorrere le tappe di quella che secondo loro è una concentrazione monopolistica “che non sta nè in cielo, nè in terra” e che ha “lasciato Verona senza ruolo e Montichiari senza bussola”. La Businarolo, dal canto suo, si aspetta che ora si vada a gara e che il “Catullo” si liberi di Save., Partita tutt’altro che scontata. E a stretto giro di posta è arrivata la replica a muso duro di Save. “Siamo stati informati”, si legge in una nota, “che nella conferenza stampa (di ieri matrtina ndr) l’on. Dal Moro avrebbe detto “ci riprenderemo il nostro aeroporto… SAVE deve uscire dall’azionariato… Fondazione Cariverona è pronta a ricomprare le quote SAVE”: Non ci risulta che l’on. Dal Moro sia proprietario del Catullo e siamo certi che non lo diventerà mai. Finalmente Dal Moro e i suoi sodali sono venuti allo scoperto, rivelando la manovra segreta sottostante a tutto ciò che è successo negli ultimi mesi e la strumentalità di tutte le accuse, anche da parte di Fondazione Cariverona, il cui vero fine parrebbe essere quello di impossessarsi dell’aeroporto di Verona, magari ripristinando le consuetudini che avevano portato l’aeroporto a perdere oltre 60 milioni di euro. Da parte nostra, nel confermare la totale serenità e tranquillità, continueremo l’impegno allo sviluppo e al continuo miglioramento dello scalo, come riconosciuto anche dall’ANAC, guardando con un sorriso alla ridicola messinscena di Dal Moro & Co”.