“Un romanzo per aprire un ponte di dialogo con i nativi digitali, nelle scuole e nella vita”: questa, in sintesi la motivazione per la quale la giuria del 69° Premio Castello ha attribuito una menzione di merito a #cisonoanchio della giornalista e scrittrice veronese Monica Sommacampagna (Gabrielli Editori), la scorsa domenica al teatro G. Zinetti nel Castello di Sanguinetto, dove si sono peraltro svolte le premiazioni del concorso nazionale storico di narrativa per ragazzi, alla presenza di numerose scuole del territorio.
IL GIUDIZIO. La giuria, presieduta da Giampaolo Marchi, docente di letteratura italiana dell’Università di Verona, era composta, oltre che da Maria Fiorenza Coppari, giornalista e divulgatrice culturale, direttore del Festival “Domosofia” del Comune di Domodossola, anche da Elena Trevenzuoli, docente di lettere all’Istituto Comprensivo di Sanguinetto.
Maria Fiorenza Coppari, dopo un’intensa lettura dell’incipit del romanzo, ha spiegato: “La giuria ha menzionato #cisonoanchio, perché affronta tematiche molto attuali che riguardano i ragazzi, permettendo loro di aprirsi e di stabilire un ponte con gli adulti per far emergere i problemi legati alla realtà digitale in cui sono immersi molti giovani. In base a recenti ricerche del Miur 4 giovani su 10 che frequentano i social media dichiarano di non conoscere personalmente la maggior parte delle persone che frequentano il mondo digitale”.
PER GLI ADULTI. Un libro che aiuta gli adulti a trovare una forma di dialogo con i ragazzi e che ha suscitato interesse in numerose scuole. Infatti, dopo la consegna della Menzione, così si è espressa Monica Sommacampagna a proposito del libro, con postfazione della psicologa Giuliana Guadagnini: “L’impatto che ho avuto in questi miei incontri con i ragazzi nelle scuole è stato molto positivo. Questo romanzo è nato da una sollecitazione: dalle cronache emerge un ritratto fosco delle nuove generazioni. La realtà non è così. La buona notizia è che esistono ragazzine come Asia e ragazzini come il co-protagonista Alessandro, detto Gary, che hanno la capacità di vedere nel quotidiano con occhi “bambini” quanto c’è di buono, di nuovo, di straordinario, nonostante le difficoltà della vita. Un invito che faccio col cuore ai ragazzi, ai genitori, alle scuole e alle istituzioni, è di attivare la modalità #cisonoanchio che, come per Asia e di Gary”.