“Adesso vendiamo Palazzo Montanari”. Un progetto appena presentato che fa discutere “Così l’Accademia di Belle Arti avrà un’altra sede, nella corte del “nuovo”Arsenale”

E’ partito il complesso iter procedurale che unisce la vendita di Palazzo Verità Montanari, oggi sede dell’Accademia di Belle Arti, con il recupero della Corte Ovest dell’Arsenale, in cui l’istituto si trasferirà finiti i lavori.

Un’operazione strategica che da un lato risolve la questione di dotare l’Accademia di una nuova sede, visto le criticità strutturali di quella attuale, dall’altro fa entrare nel vivo i lavori di recupero complessivi dell’Arsenale. La Corte Ovest, con l’area verde circostante, sarà la prima a entrare in funzione, vissuta dai giovani studenti che contribuiranno a renderla luogo vivo e vivace.
“Con questa partita chiudiamo un cerchio importante, una questione più volte enunciata ma mai risolta – ha detto il sindaco -. La vendita di Palazzo Verità Montanari, con la complessa procedura avviata, permette di dare all’Accademia di Belle Arti quella nuova sede da tempo richiesta, e dà avvio al recupero vero e proprio dell’Arsenale. Un progetto a cui tengo tantissimo, la prima sfida che l’Amministrazione ha affrontato con la revoca del project financing approvata il 30 settembre 2017, e che procede secondo i tempi stabiliti. Ho chiesto al collega Bassi di prendere subito in mano questo procedimento per andare a gara il prima possibile. La vendita di palazzo Verità Montanari è un’altra occasione di rilancio e riqualificazione di una parte della città, l’ennesimo progetto presentato in pochi giorni, e su cui non manca l’interesse degli investitori. Per noi il vantaggio è doppio, raggiungiamo due obiettivi con un unico procedimento, il recupero della Corte Ovest dell’Arsenale e la valorizzazione dell’attuale sede dell’Accademia”.

“Il cuore dell’operazione è l’alienazione del palazzo di proprietà comunale in cui oggi è ospitata l’Accademia di Belle Arti e le cui condizioni non sono più consone all’attività degli studenti – ha detto l’assessore Bassi -. Il suo recupero e la sua conservazione richiedono costi molto alti, da qui la scelta di dotare l’Accademia di nuovi spazi all’Arsenale, che diventerà un luogo giovane, dove la cultura e l’arte si apriranno alla città. Stiamo lavorando con il presidente dell’Accademia per definire progettualmente gli interventi necessari a ripristinare le palazzine della Corte Ovest. E’ un atto un vero e proprio lavoro di squadra per il bene della comunità”.

“Si lavora parallelamente su più piani, per far sì che tutte le procedure siano completate contemporaneamente – ha aggiunto l’assessore Segala -.Nonostante si tratti di un’operazione impegnativa dal punto di vista degli investimenti, ci sono già dei soggetti interessati. Palazzo Verità-Montanari vanta una posizione davvero unica, a due passi dal centro e dalla nuova Zai Life che sta per sorgere a Verona sud. Le nuove destinazioni d’uso lo rendono ancora più appetibile per chi ne ha colto le potenzialità”.

“Una scelta sbagliata, una terribile abitudine”

“La scelta di vendere Palazzo Verità Montanari è una scelta sbagliata da ogni punto di vista”, esordisce Pietro Trincanato presidente del Movimento Traguardi, “in primis da quello storico, perché il palazzo è stato ricevuto in eredità da Giacomo Montanari, figlio di Carlo martire di Belfiore, e rappresenta pertanto una storia nobile della città e della sua classe dirigente. La sua cessione sarebbe l’ennesimo schiaffo ai tanti filantropi che hanno illustrato Verona negli ultimi due secoli con la loro generosità”.

“L’amministrazione Sboarina prosegue così il terribile uso, iniziata dalla precedente, di liquidare (o tentare di farlo) i palazzi a destinazione culturale donati alla città, come Forti e Pompei” continua Trincanato, “aggiungendo l’errore di non guidare i processi: si vende un edificio storico in pieno centro, con un ampio volume, senza indicarne la destinazione, lasciando ancora la palla all’iniziativa dei privati, che è legittima ma va indirizzata”.“Questa iniziativa dimostra l’estrema faciloneria con cui il Comune ha gestito la partita Arsenale, promettendo risorse che l’amministrazione non ha e che la costringono, ora, ad alienare beni comuni”.