Luca Campedelli ha deciso di uscire allo scoperto dopo il silenzio degli ultimi mesi. Nella conferenza stampa convocata last minute andata in scena questo pomeriggio al centro sportivo Bottagisio, il patron del Chievo è così intervenuto:
“Alla luce della decreto monocratico del consiglio di stato, abbiamo il piacere di spiegare tutto quanto, portare quello che è successo e quello che non è successo”.
A questo punto la palla è passata all’Avvocato De Bosio per un’analisi più tecnica dei provvedimenti presi nei confronti del Chievo:
“Il tema da comunicare è che il Chievo è vittima di una discriminazione totalmente ingiusta. L’abbiamo fatto presente fin da subito, ci sono una serie di sfortunate conseguenze, con l’esclusione e poi lo svincolo e confisca di tutto il patrimonio della società. Il tutto dipende dalla difficoltà derivante dal covid 19, che ha investito soprattutto lo sport. Non sono stati proseguiti dei piani rateali del pagamento d’imposta arretrato. Ma l’Art 14 del sistema delle licenze ammette che ci siano arretrati con piani di rateizzazione, quindi nulla di anomalo. La società Chievo si è trovata in una situazione che pur essendo più meritevole, non ha ricevuto la cartella esattoriale, essendo vietata l’emissione, pur avendo possibilità di rateizzazione, in quanto il legislatore ha messo un blocco dal 20 marzo 2020 al 31 agosto 21. Così facendo il Chievo non ha potuto fare nessuna azione su questo piano di rientro, mentre le altre società messe peggio dal punto di vista esattoriale hanno potuto pagare alcunché. A fronte di questa situazione la federazione ha chiuso le porte escludendo la società dal campionato.
Tutti i provvedimenti presi fino adesso non sono sentenze, lamentiamo di aver preso da parte della Federazione un’applicazione ottusa ai danni del Chievo e l’accusa è infondata. L’errore è di aver preso questi provvedimenti prima di sapere l’esito finale di una situazione così complessa, quando il processo di primo grado è stato sospeso”.
Quale lo scenario possibile?
“Ad oggi la sospensione della sentenza del Tar ha posto lo stop agli effetti dello svincolo dei giocatori. I giocatori che ad oggi non hanno trovato altre squadre non possono stipulare altri contratti. La palla passa alla decisione del Collegio del 23 giugno che o cambia il provvedimento o conferma la sospensione. In quest’ultimo caso dovremo aspettare l’ultima sentenza definitiva del Consiglio di stato, che però non si avrà prima di settembre-ottobre. Ci sarebbe un’ipotesi di ammissione in un campionato di serie D o C o un risarcimento minimale per riprendere vita”. C’è quindi ancora un rivolo di speranza sul futuro del Chievo, ma ancora nulla è stato definito e lo scenario rimane ancora parecchio nebuloso. Ma Luca Campedelli ancora non vuole arrendersi: “Concettualmente voglio ritornare a vedere il Chievo a giocare a calcio”.
Jacopo Segalotto