E’ morto Ezio Bosso: ha debuttato in arena coi Carmina Burana
Prima di esibirsi in Arena aveva detto: “Verona ha protetto mia mamma durante la guerra. Essere qui è un sogno. Senza questa città non sarei nato…”
E’ morto il maestro Ezio Bosso e Verona piange uno degli artisti migliori che si sia esibito in Arena negli ultimi decenni. L’anno scorso, era l’11 agosto, il suo debutto nell’anfiteatro alla direzione dei Carmina Burana lasciò senza fiato 14 mila spettatori, record assoluto di presenze per la Fondazione. Prima di dirigere magistralmente l’orchestra pronunci queste parole, che rileggere oggi mettono i brividi: “Andare all’Arena è un gesto ricco di commozione che fa la storia di chi c’è potuto essere e non solo andare a un concerto, se ci pensate. Una responsabilità ancora più evidente per me, anche se la metto sempre in ogni cosa che faccio. E tanti veronesi lo sanno perché lo dissi senza remore nei miei concerti passati, il sogno della mia mamma, anche del mio papà. Perché Verona l’ha protetta negli anni della guerra. Quello che dissi nei miei concerti passati fu: ‘Se non ci fosse Verona non sarei nato’. E l’Arena fu anche il primo regalo che potei fare insieme a mia sorella ai nostri genitori: farla tornare ad andare all’Arena dove non era potuta andare in quegli anni”.
Boso, nato a Bologna, aveva 48 anni. Si era avvicinato subito alla musica. Nel 2011 era stato operato al cervello per l’asportazione di un tumore ed è stato colpito da una sindrome autoimmune. Nonostante il calvario ha continuato a suonare, comporre e dirigere. A settembre dell’anno scorso, un mese dopo l’esibizione in Arena, il peggioramento della malattia neurodegenerativa l’aveva costretto a interrompere l’attività di pianista, avendone compromesso l’uso delle mani. Solo nell’ultimo anno di attività, in un Paese difficile come l’Italia, oltre 100 mila persone hanno assistito ai suoi concerti alla testa di diverse compagini o della sua Europa Philarmonic. Formatosi a Vienna sotto la guida di Ősterreicher e Streicher, è stato fino alla sua scomparsa direttore stabile e artistico della Europa Philharmonic Orchestra, già StradivariFestival Chamber Orchestra. Bosso era anche Sony Classical International Artist dal 2016 e a febbraio 2018 è stato nominato Steinway Artist. Bosso era inoltre testimone e ambasciatore internazionale dell’Associazione Mozart14, eredità ufficiale dei principi sociali ed educativi del maestro Claudio Abbado, diretta dalla figlia Alessandra. Inoltre a gennaio 2019 è stato protagonista sul podio dell’evento ‘Grazie Claudio’ per i 5 anni dalla scomparsa di Abbado, guidando una compagine dei musicisti più cari al maestro Abbado provenienti da tutto il mondo. A giugno 2019, con il programma di Rai3 ‘Che Storia la Musica’, ha rivoluzionato la divulgazione musicale in tv ideando un nuovo format che ha subito ottenuto un inaspettato successo con oltre un milione 300 mila spettatori di media. Il 25 dicembre 2019 ‘Che Storia la Musica’ è tornato in prima serata con la Sesta Sinfonia di Cajkovskij, confermando i dati di ascolto del debutto. Poi, dicevamo, ad agosto il suo concerto di debutto all’Arena con i ‘Carmina Burana’, incredibile tutto esaurito e ripetute standing ovation. Brividi. Addio maestro, grazie di tutto.
Due giorni fa al telefono con la Gasdia
Il soprano: “Mi ha detto ‘sarò sempre al tuo fianco’”. “Amico mio, mi lasci un oceano di dolore, ma sarai sempre qui con me”. Il maestro voleva trasferirsi a Verona
La prematura scomparsa di Ezio Bosso ha profondamente toccato la Fondazione Arena, che ha appreso la notizia con “sgomento e immenso dolore”. Il sovrintendente e direttore artistico Cecilia Gasdia, grande amica dell’artista scomparso all’età di 48 anni, ha ricordato: “‘Sarò sempre al tuo fianco’… Con queste parole piene di forza e di amicizia mi ha salutato Ezio nell’ultima videochiamata di due giorni fa. Lo so Ezio, me lo ripetevi continuamente… come mi dicevi sempre che avresti voluto trasferirti a Verona, città che amavi e dove in tantissimi ti vogliamo bene. A te, anima bella, che ci hai rapito con la tua intelligenza, la tua dolcezza, la tua lucidità, il tuo candore, il tuo coraggio…infinito. Amico mio, mi lasci in un oceano di dolore ma sei qui con me…al mio fianco”. E l’intera città piange la scomparsa del compositore. Verona infatti lo amava molto e lo scorso 11 agosto aveva celebrato il suo esordio in Arena con una memorabile serata dedicata ai Carmina Burana. Bosso, in occasione del suo debutto, aveva raccontato: “È il palcoscenico dei sogni di amanti della musica e degli innamorati. Andare all’Arena è un gesto ricco di commozione, che fa la storia di chi c’è potuto essere e non è solo andare a un concerto, se ci pensate. Una responsabilità ancora più evidente per me, anche se la metto sempre in ogni cosa che faccio. E tanti veronesi lo sanno perché lo dissi senza remore nei miei concerti passati, è il sogno della mia mamma (e anche del mio papà). Perché Verona l’ha protetta negli anni della guerra. Quello che dissi fu: ‘se non ci fosse Verona, non sarei nato’. E l’Arena fu il primo regalo che potei fare insieme a mia sorella ai nostri genitori: farla tornare ad andare all’Arena dove non era potuta andare in quegli anni. E questo credo dica tutto, soprattutto la gratitudine che ci sarà in ogni gesto da direttore – e non solo – che vedrete in quei giorni. Quindi Grazie ancora Verona e grazie signora Gasdia e grazie Arena. Perché Verona è l’Arena e l’Arena è Verona. È proprio vero, i musicisti quando fanno tra di loro, esaudiscono desideri senza tempo”.
A.G.