Ma lo stadio bisogna costruirlo ex novo o è sufficiente sistemare il Bentegodi come pare intenzionata a fare l’amministrazione comunale? E caso mai dove si può costruire? L’intervento dell’architetto Luciano Cenna sulla Cronaca di Verona di ieri che rilanciava il progetto dello studio Arteco alla Spianà ha riaperto il dibattito delle proposte nel quale si inserisce l’urbanista Giulio Saturni che aveva avanzato la propria proposta anche al sindaco Tommasi. “Ho letto con interesse l’articolo della Cronaca con l’architetto Cenna e credo anch’io che non si debba ristrutturare lo stadio ma l’idea della Spianà non mi convince. Avrei un’altra soluzione che reputo molto più interessante anche solo per il fatto che non si consumerebbe ulteriore consumo di suolo”. Saturni parte dal progetto del nuovo stadio proposto a suo tempo dal gruppo guidato dal messicano Esparza “che appariva inadeguato in quanto si limitava alla riqualificazione della struttura sportiva senza rapportarsi con le esigenze del quartiere. La riqualificazione dello stadio infatti può diventare uno dei più importanti interventi di rigenerazione urbana dei prossimi anni per la città di Verona”. Saturni parte da una considerazione numerica di spazi: “L’attuale area dello stadio, comprensiva di parcheggi, aree verdi e infrastrutture viabilistiche, occupa una superficie di oltre 220.000 mq, un’enormità se raffrontato al nuovo stadio dell’Atalanta che si estende per una superficie di circa 57.000 mq”. Che fare? “Abbandonata l’idea di spostamento dello stadio verso aree esterne, anche alla luce di un contenimento dell’uso del suolo, si potrebbe quindi ragionare su una razionalizzazione dello spazio pubblico, da un lato offrendo la possibilità di avere uno stadio moderno e fortemente accessibile (sia con il mezzo privato che con quello pubblico) e dall’altro intervenendo mediante un progetto più ampio, funzionale a dare una nuova vita al quartiere, per renderlo più sicuro, verde e vivibile. Per fare ciò l’intervento dovrebbe configurarsi come un vero progetto di ri-generazione urbana con l’obiettivo di ridurre al minimo le conflittualità tra gli eventi sportivi e il quartiere e razionalizzare e qualificare le aree pubbliche che verranno liberate e rimesse a disposizione degli abitanti del quartiere”. Secondo questa logica, prosegue Saturni, “si potrebbe realizzare un nuovo stadio utilizzando solamente l’area del campo di via Sogare con annesso parcheggio interrato e/o sopraelevato, per una superficie complessiva di 58.000 mq, pari all’attuale sedime del nuovo Gewiss Stadium di Bergamo. La tangenziale fungerebbe in questo modo da separatore tra l’impianto sportivo e il quartiere, eliminando così gran parte dei disagi che si creano durante le manifestazioni sportive. Le aree pubbliche che verrebbero liberate sono enormi, se consideriamo il sedime dell’attuale Bentegodi a cui si aggiungono il verde e i parcheggi, stiamo parlando di oltre 150.000 mq. Un ‘area enorme che potrebbe essere rimessa in gioco prevedendo per un terzo la realizzazione di social housing, un terzo per la realizzazione di un parco pubblico e un terzo per la realizzazione di nuove funzioni sportive. In questo scenario, lo stadio potrebbe inoltre fungere da cerniera tra il quartiere, il futuro parco della Spianà, il centro medico Don Calabria, il Payanini Center e il Palasport. Tutte funzioni oggi scollegate”.
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