Addio Angelo, una tristezza infinita. Lutto nel giornalismo, la scomparsa di Pangrazio In pensione da un anno, aveva scritto un libro sui lupi, una delle sue passioni

Un mese fa era stato alla festa della squadra Giornalisti. Angelo era uno dei fondatori, da qualche anno si vedeva meno, ma sempre nelle occasioni importanti. Lui c’era, anche da lontano. Libero di classe, ai suoi tempi “libero moderno”, di quelli che non cercavano solo di rompere, ma prima, di costruire. Costruiva gioco, come costruiva rapporti. Rapporti veri. Forti. Angelo era uno vero. Un giornalista in gamba, dritto alla notizia, senza tanti giri di parole e senza compromessi. La cronaca il suo campo preferito e proprio alla cronaca di Rai 3 era approdato dopo l’esperienza a L’Arena e quindi alla Cronaca, il quotidiano diretto da Pagliaro, che per un po’ aveva cercato di farsi largo nel panorama editoriale veronese. Cronista puntuale, rispettoso del ruolo suo e degli altri. Scrupoloso per come si documentava, prima di un servizio. Se parlava di calcio e di sport, chiamava sempre: “Tom, dimmi com’è la situazione del Verona. O del Chievo. Posso dire questo, secondo te?”. Angelo era così, facile da capire, non aveva sotterfugi, non aveva altra faccia, se non quella che vedevi. Da pensionato, aveva scritto un libro, “Lupi a nordest” ed era orgoglioso dei premi che aveva ricevuto. Un mese fa, alla festa della squadra Giornalisti aveva preso il microfono. Per ringraziare. “E’ stata una bellissima esperienza, giocare con voi. Stare assieme. Cercherò di essere presente qualche volta di più”. Nessun accenno a problemi, niente che facesse pensare ad altro. Lo aspettavamo. Lo aspetteremo ancora. Ci mancherà per sempre.