Cinquant’anni fa, come oggi. Adolfo “Dolfo” Consolini se ne andava, giovanissimo, dopo una terribile malattia. Aveva 52 anni. l’Italia sportiva perdeva uno dei suoi campioni più grandi, ancora oggi un simbolo dell’atletica leggera e non solo.
Consolini, nato a Costermano il 5 gennaio del 1917, figlio di contadini,è stato uno dei più grandi interpreti del lancio del disco. Ha vinto l’oro alle Olimpiadi di Londra del ‘48, tre volte primatista mondiale, per 17 anni detentore del titolo italiano. Una carriera lunga 30 anni, in cui ha partecipato a 453 gare, vincendone 375.
All’atletica arrivò a 19 anni, quando rivelò la sua forza e fu scoperto dalla Bentegodi.
Da lì, fu un’ascesa continua. Nel ‘41 il suo primo record mondiale, poi ritoccato nel ‘46 e nel ‘48, quando lanciò il disco a 55,33.
Il culmine della sua carriera, a Londra, Olimpiadi del ‘48. Consolini vinse l’oro, davanti all’altro italiano Tosi. Quattro anni dopo, fu ancora argento olimpico a Helsinki, a 35 anni. “Dolfo” era un idolo. Gli fu offerta anche una parte nel film “Cronache di povere amanti” di Lizzani, con Mastroianni e la Lualdi. Nel ‘54 vinse il terzo titolo europeo, nel ‘56 gareggiò anche alle Olimpiadi di Melbourne e fu sesto. A Roma, nel ‘60, a 43 anni, fu capitano della nazionale e lesse il Giuramento d’apertura. In gara fu 17°. Era la sua quarta Olimpiade.
Gareggiò fino all’ultimo, a metà ‘69. Verso la fine di quell’anno i sintomi della malattia che non perdona. Lo pianse l’Italia intera, come succede ai grandi, che hanno segnato un’epoca, non solo sportiva.