Addio a Biondani, Zaia lo ricorda così “Con Guido se ne va un modello di attenzione agli altri, che ha fatto grande il Veneto”

“Con Guido Biondani il Veneto perde un modello di solidarietà, un vero esempio di quella tradizionale attenzione verso l’altro che la nostra terra ha ereditato in anni in cui la comunità si faceva carico del vicino più sfortunato. Penso che a lui dobbiamo tanta gratitudine per tutti coloro che sono riusciti a mettere insieme un pasto grazie al suo impegno”.
Così il presidente della Regione, Luca Zaia, esprime il cordoglio per la morte del veronese, fondatore del Banco Alimentare del Veneto e figura storica del volontariato solidale, deceduto sabato scorso, all’età di 84 anni.
LA FAMIGLIA. Guido era nato nel 1937 a Verona in una famiglia di imprenditori, che all’epoca era stata la prima ad avviare il commercio di frutta e verdura fresca in Germania, destinazione Monaco di Baviera. Più tardi, Guido cominciò con i fratelli Tullio e Massimiliano ad occuparsi delle cave, altra impresa di famiglia, ma ben presto orientò l’azienda – la Biondani TMG, dalle iniziali dei tre fratelli – alla produzione di conglomerati bituminosi, aggregati per calcestruzzi, aggregati per conglomerati bituminosi e riciclo di materiali edili.
Nella vita quotidiana, oltre ad avere una grande passione per gli animali, in primo luogo gli amatissimi cavalli, aveva sempre mostrato grande sensibilità verso le persone in difficoltà. È questa sua sensibilità che nel 1993 lo porta a fondare, assieme ad amici come Emanuela e Gigi Lucchini, Francesco Benigni, Marco Lucchini e altri amici imprenditori, il Banco Alimentare del Triveneto – oggi del Veneto. Nel gruppo dei fondatori c’era anche la figlia Adele, attuale presidente del Banco.
VERSO GLI ALTRI. Guido raccontava spesso di essere cresciuto con l’attenzione ad aiutare gli altri. Ricordava ad esempio che il fratello più grande, inviato in Argentina ad avviare un’attività imprenditoriale, si era trovato in grandi difficoltà, al punto che scriveva ai famigliari di trovarsi spesso a non aver nulla da mangiare. Poi una famiglia italiana del luogo iniziò a prendersi cura di lui. «Se aiuti gli altri», commentava Guido, «troverai sempre qualcuno che aiuta te».
LA FIGLIA ADELE. «Crescere e lavorare al suo fianco è stato un grande privilegio», racconta la figlia Adele, presidente del Banco Alimentare del Veneto. «La sua capacità di cogliere anche le sfumature più lievi nelle persone che incontrava è stata per me e per tutti noi del Banco Alimentare un grande insegnamento. La sua immensa gratitudine verso tutti i volontari e il suo esempio di umiltà, bontà e umanità sono un tesoro prezioso che custodirò con tenacia. A tutti noi volontari del Banco Alimentare spetta il compito di portare avanti nel suo ricordo e con determinazione quanto ha costruito con l’umiltà dei grandi”.