“In un periodo oggettivamente problematico per famiglie e imprese, osserviamo con motivata soddisfazione che le aziende veronesi del sistema idrico integrato, Azienda Gardesana Servizi e Acque Veronesi, di concerto con ATO Veronese e i Sindaci della provincia, hanno tenuto sostanzialmente inalterate le tariffe a fronte del rispetto dei propri piani di investimento pluriennali. Un plauso va pertanto ai rispettivi presidenti, Angelo Cresco e Roberto Mantovanelli e a tutti gli attori, sia tecnici che politici, che con pragmatismo e lungimiranza hanno permesso il raggiungimento di questo importante obiettivo’’. Così il presidente del Consiglio di Bacino dell’ATO Veronese Bruno Fanton. Con il parere favorevole dei rappresentanti delle Associazioni dei Consumatori veronesi, anche i sindaci scaligeri hanno approvato in assemblea l’adeguamento dello schema regolatorio delle tariffe dell’acqua. Come da indicazione dell’ATO i fisiologici aumenti della bolletta nel 2023 saranno calmierati. Sebbene gli incrementi del costo dell’energia e delle materie prime incidano per oltre il 20% del totale dei costi correnti sostenuti per erogare il servizio, non saranno applicate maggiorazioni sul costo dell’acqua, che rimane invariato per tutto il 2022. Da sottolineare il ruolo sociale che Acque Veronesi e Azienda Gardesana Servizi ricoprono in occasioni di questo genere. Le società assorbono l’incremento dei costi dell’energia elettrica, ovvero se ne assumono il peso: non applicano immediatamente le maggiorazioni in tariffa ma le distribuiranno progressivamente negli anni successivi. Dal 1° gennaio 2023 è confermato l’incremento programmato nel 2020, senza ulteriori aggravi. La possibilità di accedere ai finanziamenti a fondo perduto del PNRR è, inoltre, ulteriore fattore che contribuisce al calmieramento dei prezzi dell’acqua. Ricordiamo che dal 2006 al 2021 sono stati investiti su tutto il territorio veronese oltre 465 milioni di euro. La previsione al 2023 porta questa cifra a superare i 600 milioni di euro. Di particolare importanza si citano le principali opere: il collettore del Garda (120 milioni di euro) il proseguimento dell’acquedotto per la riduzione dell’esposizione alle sostanze Pfas (50 milioni di euro), l’acquedotto nella Bassa veronese (16 milioni di euro) e il piano strategico di adeguamento delle reti fognarie comunali. “Grazie alla solidità finanziaria dei gestori, al lavoro portato avanti con il Consiglio di Bacino e ai sindaci, che hanno condiviso la rimodulazione di una parte del piano delle opere- ha detto Roberto Mantovanelli, presidente di Acque Veronesi- siamo riusciti a farci carico dell’aumento delle materie prime e dei costi dell’energia elettrica’’. Dello sforzo per contenere gli aumenti ha parlato infine anche il presidente di Ags Angelo Cresco.