Il multiforme mondo votato alla missione “del prendersi cura” promosso da ADOA, si arricchisce di un nuovo accordo quadro di studio e ricerca con il Dipartimento di Ingegneria per la Medicina di Innovazione (DIMI) dell’Università degli Studi di Verona, nato nel 2023 proprio con l’obiettivo di promuovere didattica e ricerca nell’ambito della progettazione e dello sviluppo di sistemi tecnologici per la cura delle persone.
L’accordo tra ADOA e DIMI non ha tardato a dare frutti. Ha infatti preso avvio il progetto “UNISCO: un ecosistema intelligente a supporto del co-housing di persone fragili” che è stato finanziato con circa 250 mila euro dalla Regione Veneto tramite il Fondo Sociale Europeo in sinergia con il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Alla firma dell’accordo erano presenti il vescovo Domenico, il direttore del dipartimento di ingegneria per la medicina di innovazione Michele Milella, il segretario generale Adoa Tomas Chiaramonte, il referente scientifico del progetto Unisco Graziano Pravadelli, Patrizia Benini neo dg dell’Ulss 9 e la direttrice sanitaria dell’Azienda Ospedaliera Matilde Carlucci. Il progetto UNISCO intende definire, implementare e valutare un modello coesivo e inclusivo dell’abitare per persone fragili, supportato da un ecosistema tecnologico innovativo strettamente integrato con protocolli di intervento sociosanitari, permettendo di creare una vera e propria digital twin per la cura, il benessere, e la promozione dell’autonomia delle persone vulnerabili.
Il progetto, coordinato dal DIMI, vede la partecipazione di un ampio ventaglio di partner provenienti dall’ambito sociosanitario, sia pubblico che privato, che dal mondo industriale. Sono partner del progetto, infatti, tre enti del terzo settore associati ad ADOA (la Fondazione Gobetti che ospiterà presso la propria sede a San Pietro di Morubio anche un presidio permanente di formazione e ricerca dell’Università, la Piccola Fraternità Porto Legnago e la Piccola Fraternità Lessinia), la Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Verona (responsabile della definizione dei protocolli di intervento), l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona (che partecipa con lo Healthy Aging Center e le UOC di Geriatria, Neurologia B, e Neuroriabilitazione), l’Azienda ULSS9 Scaligera (per la definizione di un modello socioassistenziale che favorisca la domiciliarità), le imprese System Impianti srl ed EDALAB srl (attive nello sviluppo di impianti domotici e soluzioni basate su Internet of Things per lo smart living).
“Questo accordo quadro – ha detto il vescovo Domenico – mi pare costituisca una concreta realizzazione di quel sogno che talora sembra attraversare la nostra società: quella sorta di passaggio dalla “medicina dei bisogni” alla “medicina dei desideri”. In alcuni casi questo passaggio genera dei cortocircuiti in quanto non tutti i desideri possono essere esauditi, ma in questo caso si pongono le basi per permettere che si realizzi un desiderio molto radicato in ognuno di noi e cioè quello di poter essere curati a casa propria, di non dover necessariamente sradicarsi – nel momento del bisogno – da quello che non è soltanto un contesto fisico, ma è il mondo degli affetti ed il luogo della propria identità più segreta”.