“Il virus c’è, ma la quasi totalità dei contagiati non ha sintomi”. Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia durante il consueto appuntamento coi giornalisti nella sede della Protezione Civile di Marghera. Il governatore ha sottolineato che “il 95-96% dei pazienti, di fatto, è asintomatico. E’ cambiato il mondo, il virus è cambiato”, ha aggiunto. Quindi l’apertura di fronte a ciò che è avvenuto e che è in discussione da tempo in altri Stati: “Sono favorevole alla riduzione del periodo di quarantena. I test rapidi ci permetteranno di ridurla”. Zaia si è detto favorevole anche all’uso della mascherina anche all’aperto, ma ha messo in chiaro di essere contrario a un’eventuale stretta futura sull’orario di apertura di bar e ristoranti: “D’altra parte sull’utilizzo delle mascherine non ho mai avuto dubbi: la mascherina va utilizzata obbligatoriamente al chiuso, e all’aperto dove ci sono degli assembramenti. Il vero problema oggi è che qualcuno non osserva queste norme. Chiudere prima”, ha poi detto a proposito di bar e ristoranti, “vuol dire attuare un minimo di lockdown e per farlo ci vogliono le motivazioni. E poi non si possono chiudere i bar e lasciare le piazze piene di gente per gli spritz, che è quello che succede già oggi. In questa fase no a chiusure anticipate dei locali pubblici e poi dobbiamo avere dei parametri precisi su cui basarci nel momento in cui scattano queste misure”. Per Zaia “il parametro non può essere l’Rt, che penalizza i virtuosi, e cioè la regione che fa più tamponi. Non può essere così”. Anche a proposito dei ‘pieni poteri’ assunti dal governo centrale nei confronti delle Regioni, Zaia ha dimostrato di avere le idee chiare: “Stasera alle 18 avremo la videconferenza con il governo per parlare del Dpcm e dovremo discutere le competenze per le Regioni: non vogliamo fare i bulli ed i guastafeste. E’ giusto che la regia sia a Roma, ma è altrettanto vero che i malati li abbiamo qui noi e quindi stasera vogliamo portare al tavolo il confronto le nostre esperienze e le nostre richieste. Qui non c’è nessuna lesa maestà nei confronti del governo né da parte delle Regioni ma, riconosciuta appunto una regia a Roma, dovrà essere data alle Regioni un’autonomia di decisione: il governo dovrà accogliere le nostre istanze, se così non fosse non sarebbe un bel segnale”, ha avvertito. Infine il presidente ha parlato dei mesi che ci aspettano, quando l’influenza stagionale andrà a mescolarsi con il Covid: “Oggi in Veneto non c’è un’emergenza sanitaria ospedaliera, ma siamo in una situazione di pre-allerta perché si potrebbero avere delle situazioni di emergenza con la necessità di aumentare le terapie intensive e i reparti di infettologia ed è in questa direzione che va il nuovo piano di sanità pubblica del Veneto. L’attenzione è data dal fatto che i nostri vicini di casa, come la Francia, e il Belgio sono in situazioni di emergenza”.