L’utilizzo e l’abuso improprio di psicofarmaci è un fenomeno in costante crescita, che riguarderebbe una percentuale allarmante: 1 giovane su 10. Inoltre, l’età media in cui i teenager vi si avvicinano è calata, e riguarda anche i più giovani di 13-14 anni. L’allerta arriva, forte e chiara, dagli esperti riunitisi per il XXIV Congresso Nazionale “Sguardo al futuro” della Società italiana di Neuro-Psico-Farmacologia (Sinpf), svoltosi a fine gennaio 2023 a Milano e a Venezia. E’ opportuno premettere che se un farmaco, e nello specifico uno psicofarmaco, viene assunto dopo una prescrizione medica e all’interno di un percorso terapeutico integrato, che comprende: visite di controllo, esami specifici, colloqui di sostegno o psicoterapia, può avere un’importante valenza terapeutica, ben diverso è invece se lo si utilizza in autonomia con l’intenzione di auto-medicarsi o di ricercare lo sballo. L’utilizzo autogestito è un fenomeno che sembra essere strettamente correlato al rapido peggioramento riscontrato, rispetto la salute mentale degli italiani, negli ultimi anni, dovuto alla pandemia da Covid-19 e alla crisi socio-economica. Anche il Rapporto OsMed 2021 dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha recentemente confermato un importante aumento dell’uso di psicofarmaci nel nostro Paese. L’assunzione di psicofarmaci senza alcun controllo da parte dei giovani è un fenomeno compreso tra il 15 e il 20% considerando come range temprale gli ultimi 5 anni, anche grazie alla loro facilità di reperimento. Ma come fanno a procurarseli i ragazzi? Secondo lo studio Espad dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) questa tipologia di farmaci è spesso disponibile direttamente in casa perché utilizzata da uno o più membri adulti della famiglia (42%) o acquistata comodamente su internet (28%) e infine recuperata per strada (22%). La tipologia di psicofarmaci maggiormente utilizzata nel corso dell’ultimo anno, secondo i dati forniti dal Cnr, è quella dei farmaci per agevolare il sonno (5%), seguono quelli per migliorare il tono dell’umore e favorire il dimagrimento (1,7% per entrambe le tipologie), chiudono quelli per potenziare l’attenzione (1,2%). Al di là dei possibili gravi danni che uno psicofarmaco non prescritto possa arrecare ai giovani, a preoccupare è anche il fatto che sempre più adolescenti cerchino di modificare il proprio stato d’animo, percepito come disturbante o migliorare le proprie performance scolastiche o di stress sociale valutate come non soddisfacenti, o magari ricercando uno stacco dalle complicazioni della vita assumendo farmaci e magari abbinandoli, ancora più pericolosamente, all’alcol o ad altre sostanze psicoattive. Per cercare di contrastare un fenomeno a continuo rischio di espansione, come questo, dovrebbero essere sensibilizzati i ragazzi, le famiglie, ma anche gli insegnanti, rispetto ai possibili effetti dannosi da abuso di farmaci nonché aumentare il controllo e agevolare il sostegno specialistico.
Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta