“Quel banchetto in Piazza Bra, con tanto di bandiere di luoghi inesistenti giuridicamente e la divulgazione di contenuti propagandistici fuorvianti ed irrealistici, è la ridicola esposizione delle ragioni dell’aggressione di Putin all’Ucraina”, commenta il senatore Pd D’Arienzo.
“Solo in democrazia si può consentire che alcuni manifestino il loro pensiero a favore dei nemici dell’Italia, dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica. Solo una corposa dose di democrazia può permettere che a Verona ci sia il responsabile dell’ufficio territoriale della Repubblica Popolare di Donetsk, mai riconosciuta dall’Unione Europea. Quell’assurda esposizione di simboli mi conferma che a Verona in diversi hanno aperto le porte a influenze e convinzioni dannose e pericolose”, prosegue D’Arienzo, che da tempo raccomanda di alzare le antenne su queste problematiche.
“La Russia oggi è un nemico dell’Unione Europea e dei valori della democrazia occidentale, ma viene presentata come la vittima dell’aggressione in una surreale ricostruzione degna della propaganda di Putin che, però, solo in Russia può funzionare.
Sebbene gli autori si siano coperti di ridicolo, non si tratta di una goliardata. Io non sottovaluto la portata negativa di quel banchetto e avverto come un pericolo favorire il radicamento di certe opinioni.
Nel Paese che amano, se avessero manifestato contro li avrebbero già incarcerati per quindici anni.
Non abbassiamo la guardia. Sono sempre più convinto che a Verona si è, di fatto, costituita una regia fisica del progetto di radicamento e di diffusione dei programmi economici e di influenza benevola verso la Russia.
Quel banchetto è solo la punta dell’iceberg di quanto si muove nell’ombra o nell’accettazione inconsapevole ed in buona fede da parte della nostra comunità”, riprende D’Arienzo, prima della stoccata finale.
“Mi confermo sempre di più che lo Stato debba monitorare questi episodi e, soprattutto, la presenza di queste micro organizzazioni idealmente riconducibili alla Russia che promuovono, anche facendo leva su teorie cospirazioniste, la rinuncia in tutto o in parte alle iniziative prese dal Governo italiano contro la Federazione Russa”.