A scuola con “Il paesaggio che vorrei” Avviare un confronto con gli studenti per ragionare su potenzialità e criticità dell’ambiente

povegliano ex asilo

Sensibilizzare gli studenti delle scuole medie verso il territorio e il riuso degli edifici abbandonati, ma anche avviare un confronto con la scuola per ragionare sul paesaggio, sulle sue fragilità, le criticità e soprattutto potenzialità dell’ambiente in cui si vive. Da qui nasce il progetto dell’Ordine degli Architetti di Verona “Il paesaggio che vorrei” – Gli architetti vanno a scuola – per promuovere e favorire un dibattito attento su architettura, territorio e città.
Gli studenti dell’Istituto Comprensivo Cesari nei Comuni di Povegliano e Castel d’Azzano, dopo un adeguato periodo di formazione in classe con gli architetti, Alessandra Biasi, Luigi Lazzarelli, Lorella Marconi e Giorgia Strabbioli, realizzeranno progetti di valorizzazione e riuso di alcuni edifici abbandonati presenti nel loro Comune.
Stando ad una stima, il Veneto nel 2018 contava circa 92mila capannoni industriali tra cui quelli operativi, dismessi, abbandonati e da demolire, una situazione drammatica per uno degli scenari paesaggistici più incantevoli d’Italia. La strada che si apre su questo contesto è duplice, dalla riqualificazione alla decisione più drastica della demolizione, attraverso un percorso di scelte che anche nel caso del riutilizzo trova grossissime difficoltà attuative.
“La volontà alla base del tema è di contribuire, come Ordine degli Architetti di Verona, – precisa Paola Bonuzzi, Vicepresidente dell’Ordine, – a questo scottante argomento per incentivare una nuova educazione all’architettura, basata sulla valorizzazione delle risorse ambientali e culturali in modo innovativo e sostenibile”.
“La Proloco – aggiunge il Presidente della Proloco di Povegliano Veronese, Riccardo Cordioli, che patrocina il progetto – ha come scopo la valorizzazione del territorio e questo progetto dell’Ordine degli Architetti ci è sembrato un nuovo modo ed una nuova occasione per continuare la nostra missione, anche perché si rivolge alle scuole e quindi ai ragazzi che sono il nostro futuro”.
“Formare – conclude Emanuela Bruno, Dirigente dell’Istituto Comprensivo Cesari – buoni cittadini, responsabili, consapevoli del proprio potenziale, attenti alla sostenibilità delle soluzioni proposte ma anche alle necessità di tutti”.
Il progetto con la scuola si struttura in due fasi. Dapprima sarà presentata la figura dell’architetto, nella storia ed ora; cos’è il cantiere con relativo consumo del suolo e dei materiali; una presentazione del paese/quartiere in cui è inserita la scuola dal punto di vista storico, urbanistico e architettonico.
Nella seconda fase i ragazzi presentano i lavori da loro prodotti sugli edifici abbandonati individuati dall’Ordine degli Architetti: questo offre la possibilità di riflettere ai ragazzi dei vari gruppi senza alcuna interferenza esterna. Nella seconda parte si mostrano alcuni esempi di recupero edilizio/urbano sia nazionali che internazionali.