A Schena dritta Parla Piergiorgio Schena, presidente della Funivia del Baldo. “La tragedia dei giorni scorsi, mi tocca come professionista e come papà. Le cause sono chiare, fa molto male sapere che erano in tre a condividere l’assurdo, tragico rischio che stavano correndo”

RaffaeleTomelleri

“Ho pensato e ripensato a quei dodici secondi, in cui chi era a bordo della funivia ha avuto il tempo di pensare a quello che stava succedendo. Sì, hanno capito che la morte li stava aspettando, dev’essere stato terribile”.
Piergiorgio Schena è presidente della Funivia del Baldo dal febbraio 2019. Ama la montagna, lì c’è nato, quella è casa sua. La tragedia lo ha colpito, “…come Presidente, ma prima ancora come papà”. Ripensa all’unico superstite, il bimbo di 5 anni, “…che dev’essere stato salvato dall’abbraccio del papà”.
Scuote la testa. “Incredibile, quello che è accaduto, sono cose che non dovrebbero mai accadere e che ti lasciano senza fiato”.
Impossibile non fargli la domanda: perchè accadono, possono accadere ancora? “Vedi – riprende – la cosa che, pur nell’immenso dolore che è il dolore di tutti, deve far riflettere sulla sicurezza degli impianti è proprio il fatto che la causa è chiara e sono chiare, anche,le responsabilità. Io non entro nel merito, ci mancherebbe, questo lo faranno i giudici. Però, è successo per ragioni ben precise, perchè qualcuno è venuto meno alle proprie responsabilità, non è un guasto avvenuto per caso. E’ agghiacciante -aggiunge – anche il pensiero che non sia stato soltanto il pensiero di uno solo, ma che ben tre persone, responsabili a diverso titolo dell’impianto, abbiano condiviso una scelta come questa”.
Pesa per bene le parole, sospira, allarga il ragionamento, “…a questa voglia sfrenata che c’è in tutti noi, di riprendere, di ripartire, ad ogni costo. Non penso che quella decisione l’abbiano presa per i soldi, no. Credo piuttosto che dopo quello che tutti abbiamo vissuto, si rischi, a volte, di correre troppo. E’ un mio pensiero, vorrei che fosse una riflessione a tutti i livelli, che arrivasse anche là, dove si prendono decisioni importanti, sui ristori, sui sostegni alle aziende in crisi. Cercare di aiutarle, in qualche caso, può significare, anche, evitare rischi inutili”.
Racconta di enormi pressioni per “aprire anche la nostra Funivia. Anch’io mi ero esposto, avevo detto che il 10 avremmo riaperto, ma non c’erano tutte le condizioni per farlo. E due giorni dopo, ho detto no, non apriamo”.
Ora la Funivia ha ripreso, la settimana scorsa. In tutta sicurezza, come sempre. “La stagione è ripartita e speriamo di poter davvero mettere alle spalle tutto quello che è successo. I primi giorni sono stati confortanti, i turisti stanno tornando, c’è voglia di riprenderci quel pezzo di serenità che da un po’ ci mancava. Certo, per adesso,la capienza è al 50 per cento e questo ci penalizza, ma queste sono le regole e noi le accettiamo. Così come rispettiamo, da sempre, tutti i parametri di sicurezza per gli utenti. I controlli, le manutenzioni, i servizi, tutto dev’essere perfetto”
Dice che aspetta tempi migliori, arriveranno.
“Ho già rivisto turisti tedeschi, austriaci, olandesi, oltre agli italiani. C’è voglia di ritrovarsi in un ambiente straordinario come sono le nostre montagne, il lago di Garda. C’è voglia di sorridere, anche se una tragedia come questa ti lascia una ferita nell’anima”.