E’un rebus. Il Centrodestra dopo una giornata di vertice aveva sparato tre nomi con Marcello Pera, Letizia Moratti e Carlo Nordio. Ma al terzo scrutinio non li ha votati. Segno evidente che si trattava di una tattica e così gli ha bruciati: Lega e Forza Italia hanno votato scheda bianca, mentre Fratelli d’Italia “per smuovere le acque’’ ha preferito giocare in casa con Crosetto. A un certo punto della mattinata è spuntata l’ipotesi, come quarto nome, di Maria Elisabetta Alberti Casellati, seconda carica dello Stato, ma da più parti è stato interpretato come un pericoloso blitz in grado addirittura di mettere in crisi il governo.
Il Centrosinistra, pur con tutte le sue divisioni che hanno fatto irritare il segretario Enrico Letta (“non siamo alla scuola materna’’) ha mantenuto scheda bianca. In attesa dell’assemblea generale dei grandi elettori che si riunirà questa sera in vista del quarto scrutinio quando servirà soltanto la maggioranza assoluta. Sarà in questa sede che il Pd prenderà una linea per evitare “la gaffe dei 101” com’era accaduto 7 anni fa con Prodi.
Nei corridoi del Transatlantico è spuntata così l’ipotesi di Pier Ferdinando Casini. Renzi ce l’avrebbe in testa, ma può contare solo sui suoi 50 delegati. Nel frattempo anche Italia Viva ha messo nell’urna la scheda bianca.
L’ex presidente del Consiglio all’uscita da Montecitorio ha rilanciato la sua idea di presidenzialismo o semi presidenzialismo. “Nel 2029-ha detto- spero che non si ripetà più questo spettacolo che i cittadini non capiscono e che sia il popolo a eleggere il Presidente della Repubblica’’.
Si tratterebbe di una riforma costituzionale sulla quale Matteo Renzi si è già scottato pesantemente. Il derby a questo punto è già cominciato e l’auspicio è che si possa chiudere in breve tempo. Dal quarto scrutinio non si scherza più.