Ci sono opere che catalizzano l’immaginario, divenendo icone mondiali dell’arte.
La più nota e probabilmente amata dal pubblico, “la più famosa immagine al mondo” come l’ha definita il British Museum, considerato il miliardo di visualizzazioni su Google contro i 130 milioni della Gioconda di Leonardo e i 13 milioni di Guernica di Picasso, per fare degli esempi, è l’immagine travolgente de la “Grande onda di Kanagawa” di Katsushika Hokusai (Edo, ovvero Tokyo, 1760-1849), simbolo delle opposte tensioni provate dall’uomo nei confronti della forza mare: il terrore ancestrale verso l’ignoto e il desiderio incombente di superare le proprie paure, per valicare anche gli ostacoli apparentemente insuperabili.
Ora anche a Palazzo Maffei Casa Museo a Verona sarà possibile ammirare una xilografia originale della Grande onda (1831) realizzata in stile ukiyo-e e divenuta, -con il suo design lineare, le sorprendenti giustapposizioni e la ridotta applicazione del colore – tra le opere più ricercate da musei e collezionisti di tutto il mondo, come dimostrano i risultati strabilianti raggiunti nelle recenti aste internazionali. Le 29 sale espositive della Casa Museo di Piazza delle Erbe – con oltre 600 opere esposte tra dipinti, sculture e arti applicate, dal periodo greco-romano all’arte contemporanea – continuano ad arricchirsi grazie alla passione collezionistica di Luigi Carlon, artefice di questo incredibile museo: preziose opere e autentici capolavori che fanno il loro ingresso rendendo la visita di Palazzo Maffei una continua sorpresa, ma soprattutto un punto di riferimento per la grande arte di tutti i tempi.
La Grande Onda di Hokusai fa parte della raccolta di xilografie a colori su carta intitolata “Le trentasei vedute del monte Fuji”, pubblicata in Giappone a partire dal 1830 da Nishimuraya Yohachi. Al mondo si contano pochi esemplari originali di questa xilografia, conservati nei più prestigiosi musei e nelle maggiori istituzioni internazionali – dal Metropolitan Museum di New York alla Biblioteca nazionale francese – e in Italia ne esistono solo altri tre esemplari: uno al Museo Chiossone di Genova e gli altri nei musei di Arte Orientale di Trieste e di Torino
A contribuire a rendere iconica questa immagine – un’onda tempestosa che minaccia alcune imbarcazioni al largo della costa di Kanagawa, con una veduta del monte Fuji innevato sullo sfondo – anche la fortuna che essa ebbe e l’influenza esercitata dall’arte giapponese su artisti, letterati e musicisti tra Otto e Novecento.
Tra i pittori ricordiamo Manet, Monet, Degas, Pissarro, Kandinsky e Klimt, ma in particolare fu Van Gogh a riprendere in molti suoi dipinti le tecniche dello stile giapponese ukiyo-e (termine che può tradursi letteralmente con ‘immagini del mondo fluttuante’). Inoltre la “Grande Onda di Kanagawa” fu così determinante per Claude Debussy nella composizione della sua opera sinfonica La Mer, che egli volle espressamente riprodurne l’immagine sulla copertina della partitura originale.
Ma l’eccezionalità di questo nuovo ingresso a Palazzo Maffei è data anche dal fatto che l’iconica opera di Hokusai è accompagnata da un altro suo lavoro e da un nucleo rappresentativo di altre 5 xilografie originali di artisti coevi sempre provenienti dall’allora città di Edo – Utagawa Hiroshige e Utagawa Kunisada –, permettendo l’incontro con una cultura artistica a noi lontana, ma fondamentale per la storia dell’arte mondiale, e la scoperta di un altro aspetto dell’eclettica passione collezionista di Luigi Carlon.