Non è stato un grande Giro d’Italia, forse ha ragione Mario Cipollini. Pochi campioni, nessun italiano (a parte Nibali e Pozzovivo, cioè la vecchia guardia ormai al tramonto) in grado di trasinare le folle. E poche imprese degne di questo nome. Quelle che hanno fatto la storia del ciclismo, quelle che ti inchiodano alla Tv e ti fanno amare il cislimo. La fatica. La sofferenza.
In tutto questo, spicca un gesto che vale la maglia rosa del fair play, ammesso l’avessero prevista. E il gesto è tutto veronese, l’ha fatto Davide Formolo. Sul traguardo di Passo Fedaia, lo scalatore veronese ha avuto la forza di consolare la maglia rosa Carapaz, che dopo una crisi inattesa, aveva perso il Giro. Formolo lo consola, con una pacca sulla spalla che ha fatto il giro d’Italia. Lo scalatore di Marano è stato il primo dei tre veronesi in gara. Ha chiuso al 36° posto, a 2 ore, 20’ e 58” dal vincitore. Bravi anche gli altri due veronesi: Gabburo, secondo a Napoli, ha terminato il Giro al 53° posto, a 3 ore, 9’ e 9”. Infine Edo Zardini, finito 78°, a 4 ore, 3’ 18”. Ma essere arrivati a Verona per loro equivale a una maglia rosa.