Da oggi chi visita il Museo di Castelvecchio può assistere al restauro di due opere che, una volta restituite all’originario splendore, saranno esposte a Parigi.
Si tratta di due dipinti del pittore napoletano Luca Giordano, Diana ed Endimione e Bacco e Arianna, eseguiti per Palazzo Archinto a Milano tra il 1675 e il 1680, e giunti al Museo grazie al legato di Achille Forti del 1937.
Il cantiere resterà aperto fino al 4 ottobre, arricchendo l’offerta al pubblico che si recherà al museo.Terminato il restauro, le due opere raggiungeranno Parigi per essere esposte al Museo Petit Palais nella grande mostra Luca Giordano (1634-1705). Il trionfo della pittura napoletana (dal 14 novembre 2019 al 27 febbraio 2020), dedicata al pittore che fu protagonista dell’arte europea del periodo barocco, autore di almeno cinquemila opere e di prestigiose committenze soprattutto tra l’Italia e la Spagna.
Il gruppo di lavoro per la manutenzione delle due tele guidato da Stefania Stevanato restituirà completa leggibilità ai dipinti, rimediando in particolare ad alcune piccolissime abrasioni, soprattutto negli incarnati. Verranno inoltre riviste le integrazioni pittoriche alterate risalenti a precedenti e vecchi interventi di restauro. La parte più delicata delle operazioni riguarderà le integrazioni pittoriche delle lacune, da realizzare con colori ad acquerello e con colori a vernice appositi per il restauro.
“Il nostro museo ancora un volta fa scuola – afferma l’assessore alla Cultura Francesca Briani -. Questi due quadri saranno esposti a Parigi, a conferma del valore e del prestigio delle opere conservate a Castelvecchio. Molto bella la formula del cantiere aperto al pubblico, che sorprenderà piacevolmente i visitatori, e che diventa occasione di approfondimento per appassionati e studenti”.
I due dipinti fanno parte della tipologia dei quadri da stanza, spesso realizzati in coppia, caratterizzati da una felice vena narrativa ispirata alle favole mitologiche. Il napoletano Luca Giordano poteva averli inviati alla famiglia Archinto sua committente, tra il 1675 e il 1680, offrendo la consueta pittura di morbida sensualità, virtuosa e brillante.