Italia Viva non decolla. Il partito di Renzi, stando ai sondaggi, gravita attorno al 4%. Secondo la rilevazione Ixè effettuata per “Cartabianca”, l’ex premier, dato al 3.5, sarebbe addirittura già in calo di mezzo punto rispetto alla settimana scorsa. Renzi sembra aver perso il tocco magico ed è rimasto escluso anche dalle nomine in Eni, Enel, Leonardo e Fincantieri. È logico dunque, alla luce di tutto ciò, che la stragrande maggioranza degli amministratori del Pd abbia molti dubbi se seguirlo o meno. È così in tutta Italia. Veneto e Verona non fanno eccezione. L’anno prossimo qui si voterà per le regionali. Al momento la ricandidatura di Zaia e il relativo successo non sono in discussione. Semmai cominciano a trapelare spifferi secondo cui Salvini non sarebbe così convinto di concedere il nulla osta alla lista civica del governatore: metterebbe in ombra quella della Lega. Dicevamo però dei Dem. Renzi sta commissionando sondaggi nelle regioni e nelle città al voto nel 2020 per capire se convenga o meno presentarsi alle urne. E in base ai risultati decideranno il proprio futuro anche i vari esponenti Pd. Tra loro il consigliere regionale veronese Orietta Salemi la quale ha partecipato alla Leopolda. Il gruppo Dem in Regione le ha chiesto di decidere velocemente da che parte stare e lei ha assicurato che riferirà a breve. È possibile che il Veneto diventi per Italia Viva un laboratorio politico. Va letta in questo senso la presenza alla kermesse fiorentina del coordinatore regionale forzista Davide Bendinelli. Il deputato “azzurro” «andato alla Leopolda per ascoltare, ma rimasto fuori» – ipse dixit – potrebbe fungere da trait d’union coi cosiddetti moderati di centrodestra. Bendinelli rifiuta la linea salviniana e starebbe verificando chi in Veneto aderirebbe a un cartello “centrista”. Uno dei primi nomi è quello di Flavio Tosi. L’ex sindaco peraltro sta lavorando per ridare sostanza alla sua civica in vista delle amministrative, sulla carta nel 2022. Tosi nega un vero interesse nei confronti del movimento renziano. Ma le porte sbarrate del centrodestra salviniano (ammesso che al momento delle amministrative il lumbard sarà ancora il leader) potrebbero non lasciargli scelta.