TEMPERATURE SOTTOZERO, DANNI NEL VERONESE

Temperature sottozero e gravi danni per le colture nel Vero­nese, soprattutto ai vigneti. Quello che si temeva è acca­duto. La coda invernale, dopo le temperature primaverili dei giorni scorsi, è arrivata ieri notte, facendo scendere la temperatura tra 0 e -1 gradi, provocando la formazione della brina. Le gelate, secondo le segnalazioni arrivate a Confagricoltura Verona, hanno interessato un po’ tutta la provincia: da Lazise, Bardolino e Cavaion alla Valpantena, da Soave a San Bonifacio. Colpiti i vigneti ma anche il mais e le orticole, che con il caldo anticipato erano in ampio anticipo di sviluppo rispetto al ruolino di marcia stagionale. Le stime dei danni si faranno nei prossimi giorni, ma da una prima panoramica le conseguenze del gelo saranno pesanti. «Ho sentito molti viticoltori con piante colpite – dice Dino Boni, vicedirettore di Confagri­coltura Verona -.  Sono andati a morire i primi germogli con il frutto, che erano spuntati da pochi giorni grazie alle temperature miti. Gravi danni anche al mais, con le foglie colpite dal gelo, mentre il frumento ha retto meglio. La brina ha colpito anche gli ortaggi in pieno campo non protetti da serre, dall’insalata ai fagiolini, e anche i tuberi come le patate. «Sono danni che si aggiungono a danni. Le nostre aziende si trovano ormai ad affrontare emergenze continue», allarga le braccia Boni. «Da mesi siamo nella morsa della siccità, che sta mettendo in grave sofferenza seminativi e orticole, costringendoci a ricorrere all’irrigazione anticipata, con conseguenze pesanti su bilanci già provati dalla crisi di questi anni. Il gelo è la mazzata finale, che rischia di mandare all’aria la stagione a centinaia di aziende agricole. Il guaio è che molti agricoltori si erano assicurati per la grandine, ma non per il gelo, ritenendo l’inverno ormai finito e altri stanno ancora attendendo dallo Stato i contributi del 2015. Auspichiamo che arrivino al più presto i contributi statali del 2015 per le assicurazioni. È scandaloso che, dopo un anno, molti agricoltori non abbiano ancora visto un euro».