1) Perchè Luca Campedelli sembra deciso a passare la mano?
Come sempre, in questi casi, ci sono motivazioni diverse, che sembrano (teniamo sempre aperta la porta a un ripensamento) spingere una società, meglio dire, una famiglia, al passaggio di consegne. Motivazioni economiche, intanto. Da qualche anno, in particolare dalla retrocessione, il Chievo è in forte difficoltà e questo ha certamente influito sulle scelte di Campedelli e della famiglia, che, non va dimenticato, è alla guida della società da più di 40 anni. Quindi, è normale, anche, avvertire stanchezza, quasi un rifiuto verso un mondo che pure ha regalato a Campedelli soddisfazioni enormi.
2) Non pensate che l’eventuale passaggio di consegne a un gruppo straniero (americano?) segnerebbe, in realtà, la vera fine di una favola?
No, per almeno due buoni motivi. Il primo: quello che il Chievo ha fatto, negli anni, è destinato a restare nella storia del calcio italiano. Una società di quartiere, che sta per quasi vent’anni in serie A, sfidando le grandi da pari a pari, è un’impresa che non potrà essere cancellata e forse, neppure imitata.
Secondo motivo: in realtà, il Chievo della favola, anche questo va detto, è già finito. Nel senso che la società, negli anni, ha cambiato pelle, a volte per amore, a volte per forza. E non sempre, le scelte, gli uomini che le hanno determinate, sono state felici. Detto questo, tuttavia, torniamo alla prima parte della risposta. Quello che il Chievo ha fatto, non può essere dimenticato. E il calcio, come la vita, è fatto di cicli felici e di momenti meno belli. Fa parte del gioco. Ma chiunque, tra le società di medio calibro, vorrebbe ripetere quello che il Chievo ha fatto in quei vent’anni di gloria.
3) Perchè un uomo-bandiera come Pellissier, non fa più parte del progetto-Chievo?
Bella domanda, risposta molto difficile. Di sicuro, resta la sensazione di una storia finita male, che doveva avere un epilogo diverso. Per quello che Pellissier ha rappresentato per il Chievo, avrebbe dovuto diventarne davvero una bandiera anche fuori del campo. Purtroppo, tante volte, il calcio ha delle ragioni che la ragione non ha. Succede spesso che la bandiera (in campo), diventi poi scomoda fuori. Pensiamo a Totti, lo stesso Toni col Verona, Del Piero. O allo stesso Maldini, a lungo fuori dal Milan. Un peccato. Perchè per tornare grandi, probabilmente, servono anche amore per la maglia, senso di appartenenza, eccetera…No, non doveva finire così.
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