«La situazione del ricambio generazionale è preoccupante» dice giustamente l’assessore comunale alle Politiche demografiche Francesca Toffali. «Se l’andamento rimanesse uguale all’attuale» aggiunge «nel 2049 le nascite calerebbero dell’80% e a Verona avremmo poco meno di 500 nuovi nati ogni anno. Occorre ripensare alla politica per le famiglie». Non possiamo che sottoscrivere. A Verona il 2018 è stato l’anno con il tasso di nascite più basso di sempre. Gli ultra 70 enni nel 2009 erano 45.600. Oggi sono 51.300. L’età media, in continuo aumento, è di 46,3 anni: il quartiere più vecchio è Borgo Trento (49,24). Il problema, ovviamente, è nazionale. Nessuno con un minimo di sale in zucca accuserebbe questa o quella amministrazione di aver creato tale situazione. È l’Italia a essere un Paese per vecchi (l’età media è di 45 anni). Punto. E la colpa, questa volta sì, è dei governi che si sono succeduti dalla metà degli anni ’70 in poi. E però anche se a Verona, come nel resto del Paese, l’età media è sempre più elevata, non significa che non si possano creare maggiori spazi di aggregazione e divertimento per i nostri ragazzi. È vero, serve equilibrio e i bar del centro, ad esempio, non possono diventare terra di conquista per avvinazzati e disturbatori seriali. Ma è del tutto in controtendenza rispetto a capoluoghi limitrofi, vedi Vicenza, Brescia o Mantova, che la sera dopo mezzanotte o l’una veronesi e turisti che vogliono tirare un po’ più tardi debbano mettersi a caccia degli unici 2-3 bar aperti. Per non parlare dei discopub, ormai spariti da un paio di lustri pena multe da capogiro per i malcapitati esercenti alle prese con le urla di 4-5 scalmanati. Il rispetto per i residenti è sacrosanto, ma andrebbero puniti i maleducati (per non dire di peggio), non i gestori. Per i giovani andrebbero poi riqualificati i campetti da calcio, da basket e da pallavolo che si trovano appena al di fuori dalle mura e nei quartieri: è impensabile che non ci siano dei grandi punti di ritrovo, puliti e sorvegliati, dove poter fare sport anche fino a tardi, soprattutto d’estate. Il trasporto pubblico inoltre, pur essendo molto più efficiente rispetto a tantissime altre realtà italiane (e per questo siamo molto fortunati), forse potrebbe essere implementato ad hoc nel fine settimana al fine di limitare i numerosissimi casi di guida in stato di ebbrezza. In tutto questo la politica cittadina dovrebbe essere compatta e non limitarsi a ragionare in ottica di consenso elettorale. I nostri sono solo degli spunti, è chiaro. Ma è altrettanto palese che va trovato un punto d’incontro tra i nostri amministratori. Verona pensi anche ai giovani.