Otto scuole, 19 classi, più di 200 bambini e bambine coinvolti per raccontare il Paradiso di Dante nel settimo centenario dalla morte.
È il progetto “Verona, città del Paradiso” dell’IC 18 Veronetta Porto che si è svolto tra gennaio e maggio di quest’anno nelle scuole dell’infanzia Coccinelle, Preto e Soleluna, nelle primarie Massalongo, Maggi e Rubele, nelle secondarie di primo grado Fava e Duca d’Aosta con il sostegno dell’Assessorato all’Istruzione del Comune di Verona e della Cantina Valpantena, che per l’occasione ha realizzato una bottiglia commemorativa dedicata a Dante e al suo legame con Verona.
L’iniziativa è in collaborazione con il progetto “Dante Settecento: Verona onora Dante”.
A Cangrande della Scala, terzo figlio di Alberto I, Dante dedica il Paradiso: l’esito più alto della “geografia religiosa” medievale, della nascitura lingua italiana, della letteratura di un’intera nazione.
Tra gli appuntamenti che Verona nel 2021 dedica al Poeta, quello dell’IC 18 intende avvicinarlo ai più giovani cittadini e cittadine, con la convinzione che siano loro a dover far propria la conoscenza e il ricordo della presenza dantesca a Verona per tramandarla e renderla viva.
Il progetto è stato voluto dalla allora dirigente dell’Istituto Comprensivo 18 Lidia Marcazzan ed è stato coordinato da Chiara Stella, insegnante della scuola primaria Rubele. Per la sua realizzazione e conduzione sono stati coinvolti due esperti che da anni si dedicano allo studio di Dante e alla divulgazione della Commedia soprattutto tra i bambini e i giovani.
Sono Mirco Cittadini, regista e dirigente della cooperativa sociale Aribandus, e Alessandro Anderloni, regista, autore e direttore artistico dell’associazione Le Falìe, che hanno compiuto un percorso prima di lettura, poi di drammatizzazione e trasposizione scenica e audiovisiva della terza cantica.
«La prima sfida è rilanciare Verona come città di Dante e del Paradiso», dichiara Mirco Cittadini. «In questo anno – prosegue – abbiamo la responsabilità di puntare la nostra attenzione in un regno che è fatto di amore, luce, gioia, danze, musiche ineffabili e soprattutto pace. In questo i più piccoli sono gli ideali destinatari. In piena pandemia siamo stati capaci di riportare dei laboratori artistico-espressivi nelle scuole, nel pieno rispetto dei protocolli sanitari, senza venir meno al linguaggio del cuore e dell’alta fantasia».
Aggiunge Alessandro Anderloni: «Restituiamo Dante alle persone e svestiamolo dall’ufficialità e dalle gelosie. Nel moltiplicarsi di proposte teatrali e musicali per questo anniversario, qui si adempie al dovere di investire risorse pubbliche non per allestire altri palcoscenici, fisici o virtuali, nel nome di Dante ma per portarlo tra i cittadini e le cittadine di quella Verona multietnica, multiculturale e multireligiosa che è la stessa città che accolse, cortese, un rifugiato e condannato a morte all’inizio del Trecento».