La Giornata contro la violenza sulle donne è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. E’ stata scelta questa data in ricordo dell’assassinio delle sorelle Mirabal, avvenuta nel 1960 a Santo Domingo perché si opponevano alla dittatura del regime di Rafael Leónidas Trujillo. Da allora, in questa giornata l’invito dell’ONU ai Governi, alle Organizzazioni Internazionali e alle ONG è di promuovere attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto la piaga della violenza contro le donne con il fine di contribuire a ridurne il fenomeno.
Uno dei simboli più identificativi, di tale forma di violenza, sono le ormai celebri scarpe rosse “abbandonate” in tante piazze.
Un’idea ripresa dalla rappresentazione, ideata nel 2009, dall’artista messicana Elina Chauvet con l’opera “Zapatos Rojas”. Negli ultimi anni questa giornata ha catalizzato l’attenzione, viste le allarmanti statistiche che evidenziano l’aumento di episodi di violenza sulle donne.
Nel mondo tale sopruso interessa 1 donna su 3. In Italia i dati ISTAT mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto violenza e prevalentemente tra le mura domestiche.
Gli abusi possono essere fisici, sessuali e psicologici. In questo periodo, connotato dalla pandemia da Covid-19, molte famiglie a causa sia dei lockdown avvenuti, che delle minori relazioni sociali ancora oggi in atto per la preoccupazione dei contagi, trascorrono molto più tempo in casa, i membri sono quindi più a stretto contatto e le relazioni possono risentirne.
Il rischio di violenza aumenta soprattutto se vi sono state perdite di lavoro, in quanto quando le risorse economiche si riducono, tendono ad aumentare le forme di abuso e l’esercizio del controllo. Inoltre, tra gli effetti dell’emergenza Covid-19 si è evidenziato un importante aumento del consumo di alcol, altro possibile trigger di violenza domestica.
I dati Istat indicano che da marzo a ottobre 2020, le chiamate al numero verde antiviolenza 1522 (gestito dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio) è cresciuto del 71,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, passando da 13.424 a 23.071. La crescita delle richieste di aiuto via chat è triplicata, passando da 829 a 3.347 messaggi. Sono raddoppiate le “richieste di aiuto da parte delle vittime di violenza” e le “segnalazioni per casi di violenza” che insieme rappresentano il 45,8% dei contatti.
Nel periodo considerato, rispetto allo stesso intervallo dell’anno precedente, le richieste sono cresciute del 107%. Questi dati, a dir poco preoccupanti, possono avere però un potere far capire alle donne, vittime di violenza, che non sono sole e quindi aiutarle a prendere consapevolezza della loro forza e portarle a chiedere aiuto.
*psicologa e psicoterapeuta