L’ultimo Dpcm potrebbe non bastare: il governo, preoccupato dall’andamento della curva epidemiologica, starebbe seriamente pensando alla possibilità di introdurre misure ancora più severe per limitare ulteriormente le libertà degli italiani. La spaccatura nell’esecutivo è sempre la stessa: da una parte i rigoristi ministri Speranza e Franceschini spingono per l’ennesima stretta; dall’altra il premier Giuseppe Conte vorrebbe procedere con cautela aspettando di valutare i primi effetti del sistema di suddivisione del Paese in fasce di pericolo. Per limitare la diffusione del Coronavirus torna sul tavolo l’ipotesi peggiore, che riporta ai drammatici mesi della scorsa primavera e che provoca infinite preoccupazioni in tema economico: un lockdown generalizzato. Fino a poche settimane fa era ritenuta un’opzione esclusa dal ventaglio delle misure per fronteggiare la seconda ondata, ma adesso il pugno durissimo potrebbe diventare realtà.
A preoccupare maggiormente i giallorossi è la situazione relativa agli ospedali e alle terapie intensive: il rischio è che la saturazione possa arrivare prima dell’inversione di tendenza e questo potrebbe determinare la creazione di nuovi Covid hospital, anche da campo, in fretta e furia. Il ragionamento del presidente del Consiglio nelle riunioni private, rivela il Corriere della Sera, è che il meccanismo scientifico delle aree rosse, arancioni e gialle non può essere scardinato: “Dobbiamo aspettare gli effetti delle misure. Ci siamo dati un metodo scientifico e non possiamo metterlo in discussione sull’onda dell’emotività”.
Attualmente la percentuale tra tamponi e positivi è al 17,2%, in rialzo rispetto al 16,1% di ieri, ma risulta essere in linea con quanto previsto dalle curve da cui si attende un inizio di crescita più debole (ma comunque un incremento) entro il 9 novembre. “Dal 15 novembre ci potrebbe essere la vera decrescita laddove si verificassero gli effetti benefici degli ultimi Dpcm”, è l’avvertimento degli esperti. Dunque la “data rossa” in grado di determinare un secondo lockdown in tutta Italia potrebbe essere domenica 15 novembre.
Soltanto in quel momento sarà possibile osservare l’eventuale efficacia del nuovo “meccanismo dei colori”: se tra cinque giorni la curva epidemiologica non dovesse invertire la rotta, l’ipotesi più probabile sarebbe far rientrare tutte le Regioni nella “zona rossa”.
Tradotto: scatta un secondo lockdown. Sì, perché in tal caso andrebbe rivisto l’elenco dei negozi aperti. Si parla, ad esempio, di chiudere i ristoranti il sabato e la domenica a pranzo e di sospendere alcune attività commerciali che per ora sono state salvate dalla chiusura. Ovviamente sarebbe necessario un nuovo Dpcm, che andrebbe discusso con il Comitato tecnico-scientifico e con le Regioni già nel prossimo fine settimana.
SOS DEI MEDICI
“Se continua così il Servizio sanitario nazionale non può farcela”. È la preoccupazione di Filippo Anelli, presidente della federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), che nell’invocare un nuovo lockdown totale, aggiunge: “Ogni posto letto dedicato al Covid viene tolto ai malati con altre patologie, volgarmente chiamate ordinari. Altro che ordinari. Hanno tumori del pancreas, ictus, gravi cardiopatie. Già adesso ci sono ritardi accumulati e migliaia di pazienti finiranno in coda”.
Anelli si dice convinto che “Gli italiani non hanno capito che finire in zona gialla, dove le misure di mitigazione sono meno strette che nelle arancioni e rosse, non equivale a poter fare il comodo proprio. Le immagini dei centri storici affollati sono raccapriccianti. Il peggio deve ancora venire”.
Il medico stima che “fra Natale e l’inizio del 2021 i casi di influenza si sommeranno a quelli di Covid e i pronto soccorso saranno pieni di persone con gli stessi sintomi e la paura di aver preso il coronavirus. Noi siamo ancora in tempo di evitare tutto questo con un lockdown esteso a tutta Italia, della durata di un mese. L’alternativa è che il servizio sanitario alzi bandiera bianca”.