Infuria la polemica dopo la presentazione della proposta di riforma della giustizia portata in Consiglio dei ministri dal Guardasigilli Alfonso Bonafede. Così, sulla delicata questione c’è da registrare un appello al Guardasigilli, partito da un gruppo di magistrati, per la riforma di Csm e Anm per garantire l’indipendenza dei magistrati. La lettera-appello, sottoscritta anche da 14 magistrati veronesi, è stata pubblicata da ItaliaOggi nell’edizione del 31 luglio.
Ecco il testo:
Siamo un gruppo di magistrati non organizzati in corrente e convinti, anzi, che le correnti, con la loro forza e le loro riconosciute degenerazioni, abbiano ostacolato l’effettiva indipendenza del singolo magistrato, creando centri di potere interni sinergici con settori della politica. Il tutto con comprensibile pericolo non solo per l’equilibrio tra i poteri costituzionali dello Stato ma addirittura per l’imparzialità stessa dell’azione giudiziaria. Il contatto è sorto solo perché siamo tutti impegnati, alcuni di noi da molti anni, ad individuare i possibili rimedi contro quello che, oramai, a tutti gli effetti, appare come un vero e proprio sistema di controllo della magistratura. Almeno dal 2007, alcuni di noi hanno cominciato a denunziare i mali del clientelismo correntizio, scrivendone sulle mailing-list delle singole correnti e poi, ottenuta la realizzazione di una Ml dell’Anm, su di essa. Nel tempo, sono state avanzate serie proposte di riforma legislativa la cui realizzazione, tuttavia, è sempre stata strenuamente osteggiata dalle correnti. Operando come aggregazioni temporanee sotto il nome prima di «Proposta B» e, successivamente, di «Altra Proposta», abbiamo innanzitutto rilevato che la carriera correntizia veniva utilizzata per acquisire posizioni di patronato rispetto ai magistrati ridotti a massa di clientes nonché come trampolino di lancio verso il Csm, dal quale era possibile realizzare quelle promesse. Di qui, dunque, le proposte volte a: a) realizzare di un sistema di incompatibilità che, a livello statutario dell’Anm, vietasse a chiunque avesse ricoperto incarichi associativi o di corrente, di avanzare domanda per accedere negli anni successivi (venendo indicato un periodo di 3-5 anni) ad una serie di incarichi di prestigio, quali la titolarità di uffici direttivi o semidirettivi, la carica di consigliere del Csm, incarichi fuori ruolo, compresi quelli presso organi costituzionali o magistrature internazionali; tale iniziativa portò alla celebrazione di un’assemblea generale nel mese di ottobre del 2011, che venne boicottata dalle correnti in modo da non raggiungere le maggioranze necessarie ad operare una modifica dello statuto dell’Anm; b) procedere all’estrazione a sorte dei candidati alle elezioni per il Csm; tale proposta fu messa in pratica da un gruppo di noi che, con la presenza di un notaio, estrasse a sorte i nomi di alcuni candidati, ne richiese la disponibilità a partecipare alla competizione elettorale, e raccolse le firme per la presentazione delle candidature; ci fu qualche candidato che raccolse oltre circa 500 preferenze.In questa prospettiva, riuscimmo a far eleggere un magistrato indipendente al Comitato direttivo centrale dell’Anm, che per 4 anni vi svolse una defatigante opera di denunzia e pretesa di legalità, rimanendo costantemente isolato e all’opposizione, salvo riuscire a sostenere, nel 2016, l’indizione di referendum associativi che videro una larghissima partecipazione e che, tra i vari quesiti, vide la stragrande maggioranza degli iscritti esprimersi a favore della più rapida sollecitazione al Csm nella elaborazione e determinazione dei carichi esigibili (di fatto impedita a funzionare concretamente dal boicottaggio delle correnti, evidentemente interessate a mantenere la condizione di sudditanza psicologica dei magistrati). Si riuscì, inoltre, a far approvare, prima delle elezioni per l’ultimo Csm, un appello (poi sottoscritto da 106 magistrati, nonostante l’estrema limitatezza dei tempi e degli strumenti per la sua diffusione), che invitava le correnti a fare un passo indietro dal Csm, avvisando profeticamente che la situazione era gravissima, che la credibilità del Csm era a serio rischio e che il loro operato aveva compromesso gravemente l’indipendenza interna dei singoli magistrati. Come singoli, inoltre, abbiamo continuamente operato sulle m.l. e sulla stampa che ha voluto darci spazio, denunziando il mutamento genetico in corso ed ogni singolo episodio di malaffare di cui si fosse venuti a conoscenza, nel tentativo di svegliare le coscienze narcotizzate dei colleghi e di individuare possibili rimedi utili ad una rinascita morale del corpo giudiziario. Sottoponiamo, quindi, all’attenzione dell’On.le Bonafede, nella sua alta veste, tre proposte di riforme legislative che, senza alcun impatto sulle finanze dello Stato, saranno capaci (ove considerate) di restituire alla magistratura italiana quell’indipendenza, quella terzietà, quell’equilibrio e quella dedizione professionale oggi in forte crisi. Parliamo del sorteggio per l’elezione dei membri del Csm, della rotazione turnaria biennale negli incarichi di dirigenza giudiziaria, dell’abolizione delle immunità dei membri del Csm. Da cittadini, prima ancora che da magistrati, confidiamo nell’ascolto sensibile del Nostro Guardasigilli.
Elenco dei promotori:
Valeria Ardito – Proc. Rep. Verona. Stefano Aresu – Proc. Rep. Verona. Milena Balsamo. Carlo Boranga – Proc. Rep. Verona. Francesco Bretone Giuliano Castiglia. Isabella Cesari – Mag. Sorv. Verona. Francesco Chiavegatti – Trib. Verona. Edoardo D’Ambrosio . Donato D’Auria . Sergio De Nicola. Carmen Giuffrida Betta Labate – Proc. Rep. Verona. Felice Lima. Livia Magri – Trib. Verona. Andrea Mirenda – Mag. Sorv. Verona. Pietro Murano . Ida Moretti. Maria Grazia Omboni – ex magistrato Proc. Gen. Milano. Andrea Reale. Gioacchino Romeo. Alberto Sergi – Proc. Rep. Verona. Stefano Sernia. Eugenia Tommasi di Vignano – Trib. Verona. Nicola Saracino. Massimo Vaccari – Trib. Verona. Luciano Varotti. Beatrice Zanotti – Proc. Verona. Marco Silvio Zenatelli – Proc. Rep. Verona.